Unimamme, oggi vorremmo parlarvi della storia del piccolo George, un bimbo la cui vita, seppur breve, ha voluto dire molto per le persone che gli erano affezionate.
Durante la gravidanza, Oana, la mamma di George avvertiva una strana sensazione, come se sentisse che il suo bambino stesse soffrendo.
“Un giorno mi sono sentita davvero strana, meno ero a disagio e più pensavo che il mio bambino, nel grembo, stesse soffrendo“ ha riferito la donna al Mirror.
Quando ha fatto la sua prima ecografia, in Grecia, dove vivevano i parenti del marito Alex, i medici hanno detto che la frequenza del battito cardiaco era piuttosto alta ma che non c’era da preoccuparsi.
“Ho sempre dato retta al mio istinto, ma quando George è nato e tutto sembrava fantastico e normale ho dimenticato le mie paure” ha aggiunto Oana.
Il bambino però non migliorava, non mangiata e sembrava a suo agio. Tutto questo ha riportato la donna ai pensieri maturati in gravidanza.
La mamma si è chiesta se il battito cardiaco fosse elevato perché il piccolo stava male o aveva dolore.
“Siamo andati di medico in medico ma tutti ci hanno assicurato che stava bene” ha dichiarato Oana.
“Nel mio cuore sapevo che George era malato. Poi ha cominciato a soffrire di sudorazione notturna intorno alla testa, non dormiva ed era molto pallido” ha spiegato la donna.
Tutti però concordavano che il bambino stava bene, a parte la madre di Oana che è volata dalla Romania per aiutare la figlia.
“George sembrava finalmente essere migliorato ma quando mia mamma è tornato a casa è peggiorato nuovamente ” ricorda la donna.
Il bambino non mangiava più e così lei e il marito l’hanno portato in ospedale.
“I test hanno mostrato che aveva un cancro al sangue ed era in grossi guai. Al nostro piccolo è stata diagnosticata una leucemia acuta carioblastica. Ho sentito che insieme avremmo potuto combattere questa cosa terribile. Avremmo fatto tutto quanto era necessario” ha riferito la mamma di George.
Il piccino ha affrontato un primo ciclo di chemioterapia ed è sembrato essere migliorato. Per la prima volta sorrideva e i genitori si sono sentiti sollevati, pensando che fosse sulla via della guarigione.
“Ma dopo 24 ore dalla fine delle chemioterapia il cancro era tornato. I dottori sapevano che non c’era alcuna possibilità. Noi crediamo che George avesse il cancro fin dall’inizio, fin da quando era nel mio grembo” ha confessato la mamma “sapevamo che dovevano porre fine alle terapia, ma non sapevamo come perché lui soffriva molto”.
Così la famiglia si è trasferita al Children’s Hospice dove finalmente si è sentita al sicuro.
“Sapevamo che stava morendo ma c’era ancora una piccola scintilla di speranza dentro di me che nessuno poteva portarmi via” ha detto la mamma.
Il personale del Children’s Hospice è stato meraviglioso con George e la sua famiglia regalando loro 2 favolose settimane.
“Qui abbiamo potuto essere una famiglia, portarlo a fare delle passeggiate, trascorrere del tempo con Emma, la sua sorella maggiore” ha chiarito la donna.
Il piccino ha anche nuotato “non avevamo paura che ci stesse lasciando, eravamo felici che fosse lì con noi” ha aggiunto Oana.
Il personale del Children’s Hospital ha dimostrato loro grande compassione, accogliendoli.
Infine però è arrivato il momento di dire addio al piccolo.
Il piccolo George Papaconstantinou è infatti spirato dopo 165 giorni. La sua mamma, a 10 mesi di distanza, ricorda però quelle ultime due settimane con grande sollievo.
“Si è trattato di una fine perfetta per il nostro piccolo. L’abbiamo visto andarsene, abbiamo cantato delicatamente per lui e mentre gli tenevamo le mani ha esalato il suo ultimo respiro” ha dichiarato Oana “gli abbiamo detto addio perché sapevamo che non ci apparteneva più. La vita di George ci ha cambiati in meglio e, in qualche modo, anche la sua morte. Ora la vita è più dura, ma noi ci assicuriamo di viverla fino in fondo“.
Anche se il dolore è ancora forte i genitori sono contenti di averlo avuto con loro: “siamo grati per ogni momento trascorso con lui anche quelli difficili, perché abbiamo saputo dimostrargli il nostro amore e abbiamo fatto del nostro meglio per dargli conforto”.
Nella sua pur breve vita, George ha insegnato alla sua mamma e al suo papà pazienza, coraggio, amore e “ad apprezzare ogni momento che abbiamo su questa terra”.
“Ora vorrei consigliare a tutti di aprire i propri occhi, di vedere quello che abbiamo e apprezzare dai periodi buoni tutto ciò che ci rende felici e da quelli brutti ciò che ci rende più forti” riassume Oana.
“Spero che le persone che leggeranno la nostra storia capiranno due cose, che la vita va vissuta con intenzione e che quando ha un posto come il Children’s Hospice non c’è niente da temere” conclude Oana.
Unimamme, purtroppo sappiamo che al mondo sono tanti i bambini affetti da questa terribile malattia e che ogni giorno lottano contro la leucemia, la storia di George però rimarrà per sempre nei nostri cuori.
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