A volte anche da un tragico avvenimento si può ricavare un po’ di speranza, come accaduto nel caso di Vittoria e Irene, due bambine accomunate dalla necessità di un trapianto.
La piccola Vittoria è nata con un colorito giallastro che inizialmente i medici hanno considerato come un normale ittero finché non è arrivato il momento delle vaccinazioni e si è scoperto che la bambina aveva qualcosa che non andava.
Dopo essere stata ricoverata nel reparto di malattie infettive , dopo 22 giorni la famiglia ha ricevuto una bruttissima notizia: si trattava di Sindrome di Alagille, una malattia rara che coinvolge diversi organi oltre al fegato.
A Napoli, nel frattempo, la piccola Irene, nata da due genitori ragazzini: Moreno e Arianna è affetta da una miocardite e per lei l’unica speranza di salvezza è un trapianto.
Sopravvive grazie al berlin hearth, che a Napoli chiamano “ampolla magica”.
Anche Vittoria però ha bisogno di un trapianto e lo attende a Bergamo dall’inizio dell’anno. La piccina nel frattempo è stata presa in carico dal Bambin Gesù che è specializzato in malattie rare.
“Dal 30 aprile dopo aver superato tutti i test, era in lista nazionale per il trapianto di fegato. Siamo tornati a Gubbio con il telefono in mano“ ha raccontato la mamma.
Purtroppo, poco dopo, la piccina è rimasta vittima di un incidente domestico avvenuto cadendo dal letto. Vittoria ha picchiato la testa e viene ricoverata. A niente però valgono le cure prestatele dall’ospedale e il 19 maggio comincia la procedura per la dichiarazione di morte.
A questo punto ai genitori di Vittoria viene chiesto se vogliono donare gli organi della bimba.
“E’ una domanda che non andrebbe neanche fatta tanto per noi è stata immediata la risposta affermativa” ha riferito la mamma della piccina.
Così è stato subito individuato un possibile ricevente nella persona della piccola Irene. L’intervento chirurgico si presenta complesso.
All’Ospedale Salesi di Ancona arriva il Professor Petraio per analizzare il cuore di Vittoria, dopo il suo ok comincia anche l’operazione su Irene al Moraldi di Napoli.
In tutto vengono impiegate 4 ore per il trapianto e, a quanto pare, la piccola Irene sta reagendo bene.
Unimamme, come la piccola donatrice neonata che ha permessa ad un’altra di sopravvivere, anche quella di Vittoria e Irene è una storia commovente che ci dovrebbe far riflettere sul valore di questo gesto.
Voi cosa ne pensate? Cosa avreste fatto al posto dei genitori di Vittoria?
Dite la vostra se vi va.
(Fonte: Corriere Adriatico.it/ Corriere dell’Umbria)
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