Disturbi del linguaggio nei bambini: non se ne parla ancora abbastanza, ma in Italia secondo l’ultimo congresso della Federazione Logopedisti italiani, sono oltre 570mila i bimbi che soffrono di difficoltà nell’apprendimento. Di questi il 10% dei bambini in età prescolare, e circa il 6% di quelli che vanno a scuola.
Secondo la FIL, infatti,
sono solo alcuni dei problemi che affliggono i più piccoli. Senza contare che molto spesso i genitori non denunciano: ammettere che il proprio bambino ha dei problemi è il primo scoglio da superare, anche perché il ritardo nel linguaggio può compromettere il futuro inserimento sociale di questi bimbi.
Prima di tutto bisogna prestare attenzione nello sviluppo del linguaggio tra i 12 e i 18 mesi. Secondo gli esperti i bambini a quest’età dovrebbero avere un vocabolario di circa 100 parole. Più di questo però è importante capire se il bimbo ha voglia di comunicare, ovvero se ascolta mentre si parla, se segue con lo sguardo cerca di partecipare o se è espressivo. Sono osservazioni che si possono fare già durante l’allattamento quando la mamma e il bambino stabiliscono il “turno di comunicazione”. Se questo c’è, allora il bagaglio di parole crescerà. L’assenza di questi segnali possono determinare infatti la presenza di un problema anche molto serio, come lo spettro autistico.
Se attorno ai 2-3 anni il linguaggio è ancora povero e spesso il bimbo viene compreso solo dalla mamma, è opportuno rivolgersi al logopedista che con un percorso rivolto da ogni specifico caso permette dei miglioramenti sia per i figli sia per i genitori, che non devono mai colpevolizzare il bambino per ciò che non riesce a fare.
Una strategia è il gioco: attraverso canzoncine, tombole sonore, imitazioni, i bambini si trovano nella propria situazione più congeniale.
Il problema è che i logopedisti sono ancora pochi in Italia: in totale circa 15 mila, ma ne servirebbero almeno il triplo.
Nel pubblico poi i lavoratori del settore sono in sotto-numero e così i genitori si devono rivolgere al settore privato. I piccoli delle classi sociali più disagiate si trovano così in difficoltà, dovendo aspettare mesi per un visita e perdendo tempo prezioso.
E’ importantissimo che i bimbi vengano curati in tempo per evitare con il tempo problemi più seri, come l’abbandono scolastico.
E voi unimamme, avete avuto campanellini d’allarme al riguardo? O conoscete qualcuno che potrebbe averne?
(Fonte: Corriere della Sera.it)
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