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Attualità

Una donna accarezza il volto del fratello morto su un’altra persona FOTO -VIDEO

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Maria Sole Bosaia

 

Unimamme a volte, una grande tragedia può unire due persone, come Rebekah Aversano e Richard Norris, protagonisti di un toccante documentario.

Rebekah è la sorella di Joshua Aversano, l’uomo il cui volto ora rivive grazie a Richard Norris, la persona che ha ricevuto in “dono” la faccia di Joshua dopo che questi era perito in un brutto incidente stradale.

La famiglia del ventunenne Aversano aveva dato il permesso di trapiantare il volto del giovane e il ricevente è stato Norris, un uomo la cui vita era stata rovinata da un colpo di pistola partito per sbaglio.

 

Trapianto di faccia: un caso unico al mondo

L’operazione, naturalmente, ha cambiato la sua vita che, dopo il terribile incidente di 18 anni fa non era più stata la stessa. Norris infatti, quel terribile giorno, aveva perso la parte inferiore del volto.

Caduto in depressione Norris ha anche pensato al suicidio.

Quando finalmente Rebekah, la sorella del donatore, ha incontrato l’uomo è rimasta esterrefatta perché quello era il volto con cui era cresciuta.

“Ti va bene se ti sfioro?” ha chiesto la donna.

“No, per niente” ha risposto Norris che ha affrontato 30 operazioni diverse per tentare di riparare il danno fatto anni prima.

 

Tre anni fa, però, il dramma degli Aversano ha costituito la svolta decisiva per Norris. L’uomo è andato incontro al più complesso trapianto della storia ricevendo una mascella, denti e persino la lingua dal suo donatore.

La madre di Joshua ha approvato l’operazione dichiarando che era la cosa giusta da fare. “Possiamo vedere nostro figlio in lui. Alcuni dei tratti del volto saranno quelli di mio figlio quindi possiamo vedere delle somiglianze. Siamo felici di averlo aiutato anche abbiamo dovuto affrontare una perdita tanto terribile dando a qualcuno il beneficio di nostro figlio” ha commentato la donna.

 

Le possibilità di trovare un donatore erano molto basse.

Norris, prima di incontrare la sorella di Joshua, si è tenuto in contatto con la famiglia Aversano tenendoli aggiornati sul suo stato di salute.

Quando finalmente l’ha incontrato Rebekah gli ha chiesto se valesse la pena aver affrontato tutti quei rischi per avere un volto nuovo e Norris le ha risposto che sì, decisamente, ne valeva la pena.

 

Parte dei rischi infatti consistevano nel pericolo di rigetto quando avesse preso il sole. Norris però ha inviato immagini del suo volto ai medici dell’ University of Maryland Medical Center i quali gli hanno detto di salire sul primo aereo.

L’operazione è durata 36 ore e Norris ha avuto il 50% di chances di sopravvivere. L’incredibile risultato non ha costituito solo una nuova vita per lui, ma anche un grande risultato medico che aiuterà i luminari a provvedere ai soldati che hanno subito ferite al volto.

 

 

“In questi 10 anni ho vissuto in un inferno, questo mi ha dato una grande ricchezza di conoscenze. Ho ascoltato tantissimi tipi di osservazioni sul mio volto. Alcune erano davvero orribili” ha dichiarato Norris.

Il dottor Eduardo Rodriguez, che ha eseguito il trapianto, ha dichiarato che Norris, accettando di sottoporsi a questa operazione, ha accettato un’enorme responsabilità.

Un volto infatti è molto diverso da un organo, Richard Norris guarderà la faccia come un oggetto estraneo e il suo sistema immunitario cercherà costantemente di attaccarla.


 

Dovrà quindi assumere un cocktail anti rigetto per il resto della sua vita che abbasserà le sue difese immunitarie rendendolo esposto a problemi di salute.

Norris inoltre non può bere, fumare o prendere il sole.

Il suo medico parla di Norris in termini lusinghieri: “ha sempre pensato di aiutare le altre persone, i soldati feriti, è una persona davvero notevole”.

 

Prima dell’operazione l’uomo andava in giro con un cappello e una maschera per nascondere il volto deturpato.

Esaurite tutte le possibilità per migliorare il proprio aspetto non gli rimaneva che il trapianto.

Il dottor  Rodriguez aveva seguito l’avanzamento dei trapianti di volto per anni. Il primo trapianto facciale di faccia è avvenuto nel 2005 in Francia, dei 27 successivi 4 si sono conclusi con la morte del paziente.

Come accennato il rigetto è il pericolo maggiore in questi casi e, una volta iniziata la procedura, non si può tornare indietro.

 

“Noi abbiamo detto a Richard che lo amavamo così com’era e che non ci importava il suo volto, ma era la sua vita…” ha aggiunto la mamma di Norris “Questo è quello che voleva e l’abbiamo sostenuto”.

Il nuovo volto potrebbe durare per i prossimi 20 o 30 anni, ma il pericolo di rigetto è sempre dietro l’angolo.

“Ogni giorno mi sveglio con questo pensiero: sarà questo il momento? E sarà così grave che i medici non potranno fare niente?” confessa Norris.

Nel frattempo però Norris ha una nuova vita ed è intenzionato a goderne.


 

Unimamme e voi cosa ne pensate di questa toccante storia? Cosa avreste fatto al posto dei famigliari di Jonah?

Come la storia del trapianto di organi tra neonati, ormai la scienza fa quasi “miracoli” in campo medico.

 

 

 

 

 

(Fonte: Daily Mail.co.uk)

Maria Sole Bosaia

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