Prima di ammalarsi di anoressia l’attrice e modella Rachael Farrokk era una donna vitale e solare, come racconta il marito che le sta a fianco per 24 ore al giorno.
Ora la donna, che ha solo 37 anni, ma sembra averne molti di più, è lo spettro di se stessa e della giovane che era un tempo. Il suo volto è irriconoscibile e ha braccia e gambe magrissime.
Racheal Farrokh ha avuto una grave storia di disordini alimentari e ora è così deperita da non riuscire nemmeno a muoversi per casa da sola. Suo marito, con cui è sposata da 10 anni, ha dovuto lasciare il lavoro per assisterla, il suo peso: 20 chili, spaventa infatti gli ospedali della zona, che non vogliono accoglierla per timore delle sue condizioni.
Ci sarebbe solo un ospedale capace di aiutarla, ma ci vogliono molti soldi. Per questo motivo la donna ha lanciato una raccolta fondi per raccogliere il denaro necessario via GofundMe.
La drammatica storia di Rachael ha avuto almeno il merito di richiamare l’attenzione su un problema molto attuale, di cui purtroppo soffrono in molti, soprattutto la popolazione molto più giovane e vulnerabile.
Per contrastare questo fenomeno la deputata del pd Sara Moretto ha proposto di chiedere il trattamento sanitario obbligatorio per i casi di gravi disturbi del comportamento alimentare.
Le persone che soffrono di questa patologia hanno una probabilità di mortalità tra le 5 e 10 volte maggiore dei coetanei. A volte il problema viene individuato troppo tardi perché i famigliari non si accorgono subito del disturbo e alla fine quando emerge più seriamente il disturbo ormai è già cronicizzato.
” Il Tso si applica ai problemi psichiatrici. La bulimia e l’anoressia nervosa sono disturbi psichiatrici, ma non c’è una norma che obbliga i pazienti maggiorenni ad accettare la nutrizione obbligatoria, se la rifiutano. C’è un buco normativo. A volte i medici intervengono in autonomia, ma altre volte molte ragazze non accettano le cure e si lasciano morire lentamente. In altri casi decidono di suicidarsi” dichiara convinta la Moretto.
Purtroppo per le persone malate è molto difficile accettare le cure. Secondo le statistiche:
” Molte persone affette da disturbi del comportamento alimentare rifiutano, stabilmente o periodicamente, i trattamenti sanitari. In modo particolare c’è spesso un rifiuto dei trattamenti nutrizionali anche quando hanno caratteristiche di cure salva vita o, comunque, in condizioni di grave malnutrizione. Abbiamo preso come spunto l’esperienza dell’ULSS 10 Veneto Orientale, dove è attivo un Centro che ha raggiunto risultati riconosciuti in tutto il territorio nazionale” incalza la Moretto
In Italia sono circa 3 milioni le persone che si ammalano di anoressia, di questi 2, 3 milioni sono adolescenti. I più giovani hanno 10 – 12 anni. Come forse saprete la maggior parte dei pazienti sono donne, ma il problema tocca anche gli uomini.
“Credo inoltre che il trattamento sanitario obbligatorio per la nutrizione debba essere fornito dal Servizio Sanitario Nazionale, nelle strutture pubbliche di tutta Italia, e debba essere gestito da una équipe multi professionale includente psichiatri, esperti in nutrizione clinica e pediatri. Chiediamo alle Regioni di individuare le strutture pubbliche dove fare questi trattamenti, fra i posti letto già esistenti. E’ indispensabile e urgente dare alle famiglie delle persone affette da anoressia e bulimia uno strumento efficace per combattere queste gravi patologie che possono portare alla morte” ha aggiunto infine la Moretto.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questo problema e della soluzione offerta?
Secondo voi è il modo migliore per aiutare le persone che soffrono di anoressia?
(Fonte: Repubblica.it/ Repubblica.it)
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