Unimamme, un papà non esiterebbe davanti a niente pur di aiutare un figlio o una figlia in difficoltà.
La festa del papà appena trascorsa in America e nel Regno Unito, è stata una giornata particolare per Brian, un papà che sa di aver salvato il proprio bimbo: Caleb, di soli 9 mesi.
Caleb è nato con un’atresia dei dotti biliari, un’infiammazione del fegato che blocca i dotti biliari e influisce sulle funzioni del fegato, appunto.
Tre mesi dopo la sua nascita il piccolo aveva ancora l’ittero, una cosa che solitamente scompare dopo qualche giorno.
I genitori: Brian e Brittany hanno deciso quindi di portarlo in un centro specializzato dove si è scoperto che il bimbo era all’ultimo stadio di questa malattia al fegato.
L’atresia biliare è rara nei neonati ma è una delle cause più comuni di problemi al fegato per i bimbi.
Dopo un primo tentativo di operare il bimbo i medici hanno riferito che il piccolo necessitava di un trapianto e che le sue condizioni erano più gravi del previsto.
“Penso che l’abbiamo intercettato in tempo, la mancata crescita può non essere reversibile ad un certo punto” ha riferito il dottor Kinkhabwala a You caring.
Caleb necessitava immediatamente di un nuovo organo e i medici pensavano che non sarebbe sopravvissuto all’attesa.
La famiglia si è rivolta ad amici e parenti, invano. La mamma di Caleb, Brittany, aveva un gruppo sanguigno compatibile, ma per lei non erano ancora trascorsi 6 mesi dal parto. Quindi non poteva essere una donatrice. Brian invece non aveva fatto richiesta perché lui e il figlio non avevano lo stesso gruppo sanguigno.
Si è scoperto però che i bambini al di sotto di 1 anno possono ricevere un organo trapiantato da un donatore che non abbia lo stesso gruppo sanguigno. I piccoli al di sotto di 1 anno non hanno ancora sviluppato gli anticorpi necessari per contrastare un trapianto da donatore non “idoneo”.
“Quel giorno ero pronto ad andare sul tavolo operatorio non appena me l’avessero detto“ ha riferito l’uomo su Fox Business.
Brian è stato quindi testato per la compatibilità e 4 giorni dopo è stato operato: solo una parte del fegato è stata prelevata e trapiantata nel piccolo Caleb.
I due hanno affrontato l’operazione e Brian si è ripreso in fretta, mentre Caleb è stato operato nuovamente per sbloccare un coagulo che bloccava la vena che riceveva sangue da diversi organi.
Qualche giorno dopo la sua pancia ha cominciato a distendersi e a diventare dura e quindi l’hanno dovuto operare di nuovo.
C’era infatti una massiccia perdita di bile, ma dopo averla riparata il piccolo ha cominciato a riprendersi.
“Siamo grati che i medici siano stati così veloci, così decisivi al 100% entrambe le volte” ha osservato il papà.
Qualche tempo dopo il piccolo è tornato a casa e adesso deve prendere 9 medicine diverse. Avrà inoltre bisogno di immunosoppressori per tutta la vita.
La famiglia ora è sollevata e felice di essere di nuovo a casa, riunita anche con gli altri fratellini di Caleb.
Unimamme, qualche tempo fa vi abbiamo dovuto parlare della storia di un padre costretto a scegliere a quale bimba donare il suo fegato, per fortuna Brian non ha dovuto fare una scelta così drammatica.
Cosa ne pensate dei trapianti? Sareste disposte a donare uno dei vostri organi ai vostri bambini?
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