I numeri che riguardano i bambini coinvolti negli scempi della guerra (danni collaterali direbbe qualche combattivo generale), sono impressionanti: 230 milioni di bambini e adolescenti colpiti nelle guerre sparse per tutto il globo.
Negli ultimi 30 anni il numero delle piccole vittime è aumentato esponenzialmente, e inoltre ci sono tra i 5 e i 6 milioni di disabili gravi (e un capitolo a parte merita il discorso delle mine anti uomo su questa terrificante cifra). E per finire, ci sono gli oltre 2 milioni di orfani o forzatamente separati dai genitori a causa dei conflitti in atto.
Davanti a questo olocausto i pediatri italiani hanno preso una lodevole iniziativa, che non potevamo non segnalare. Tramite la Società Italiana di Pediatria (SIP) è stato inviato un appello alle istituzioni italiane e internazionali per prendere iniziative concrete contro questo scempio a livello globale.
I pediatri italiani si sono riuniti in assemblea, nel corso del 71° Congresso Italiano di Pediatria, tenutosi a Roma dal 4 al 6 giugno 2015, durante la quale sono stati visionati i dati forniti da ONU e UNICEF per quanto riguarda le piccole vittime nei conflitti in atto nel mondo:
sono solo alcune delle nazioni dove i conflitti di ogni matrice da quella etnica a quella religiosa, da questioni politiche fino a ragioni di frontiera, devastano il territorio.
Uno stillicidio di cause, irragionevoli, che porta all’uso costante della forza bruta. Una forza che in questi ultimi decenni ha portato anche al reclutamento dei bambini come e veri e propri soldati, fino all’utilizzo infame degli stessi come kamikaze.
L’utilizzo e il coinvolgimento dei civili non è più visto come un danno collaterale, ma come una vera e propria strategia. E anche qui le conseguenze sui più piccoli sono devastanti. Reclutamenti forzosi tra gli adolescenti, vengono perpetrati dai cosiddetti “signori della guerra” ( i numeri parlano di circa trecentomila ragazzi reclutati sotto i 18 anni).
Quindi, per i pediatri, parlare di una vera e propria “strage degli innocenti” non è un eufemismo ma un’agghiacciante realtà. E alla luce di questi dati viene chiesto un intervento forte e immediato agli Stati Europei, alla Commissione della Comunità Europea e alle Comunità Internazionali, affinché si rafforzi lo sforzo diplomatico per prevenire o alleviare le sofferenze causate dalle guerre, talmente tante che Papa Francesco ha definita una vera e propria terza guerra mondiale frammentata.
Qualcuno ha detto che i conflitti nascono perché nessuna delle parte contendenti vuole perdere la faccia. Ma quando le vittime sono i bambini la faccia ce la perdiamo tutti.
Uniamoci Unigenitori e condividiamo questo appello affinchè questo attacco all’infanzia sia da tutti ostacolato e combattuto.
(Fonte: Società Italiana di Pediatria)
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