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Attualità

Un bimbo idrocefalo non doveva sopravvivere secondo i medici, ma ha già 3 anni

Published by
Maria Sole Bosaia

 

Michelle Walls era al terzo mese di gravidanza quando ha scoperto che suo figlio Noah aveva problemi di salute.

Il piccolo aveva infatti sviluppato la schiena bifida, spesso associata all’idrocefalia e le sue condizioni erano così gravi che i medici li avevano convinti che il bambino non sarebbe sopravvissuto.

L’incredibile storia di un bambino idrocefalo

 

Contrariamente a tutti i pronostici l’ultima radiografia di controllo ha mostrato che il cervello del piccolo funziona quasi come quello dei coetanei.

Per i genitori di Noah: Michelle e Rob si è trattato di un enorme sollievo. “Abbiamo trascorso tre anni senza sapere se sarebbe sopravvissuto, quindi sapere che il suo cervello è quasi tornato alla normalità è al di sopra di tutte le nostre speranze” dichiara la donna sul Daily Mail “non sappiamo come o perché Noah è guarito, siamo sconcertati ma al settimo cielo”.

Date le sue condizioni Noah ha una sedia a rotelle molto speciale “è indipendente quando i suoi coetanei” racconta la mamma “questa indipendenza ha aiutato il suo cervello. Ha sempre preso le sue decisioni, è un bimbo felice e sorridente”.

Noah aveva un’idrocefalia molto pronunciata e la pressione del fluido ha fatto sì che il cervello del piccolo fosse schiacciato ora però le nuove radiografie hanno mostrato che il volume del suo cervello si è ridotto molto.

 

“Curare l’idrocefalia dopo la nascita di Noah ha alleviato la crescita del fluido e ristabilito la pressione normale” dichiara Claire Nicholson, consulente neurochirurgico presso l’ospedale dove il piccino è un cura.

“L’ultima radiografia ha dimostrato che il cervello di Noah è vicino a una dimensione simile a quello degli amici della sua età. Si tratta di un cambiamento radicale rispetto agli esami prenatali e postnatali” aggiunge la consulente.

 

La donna ammette che non è possibile spiegare completamente la guarigione del piccino ma è probabile che il piccolo volume di cervello che si riscontra in questi casi sia dovuto alla pressione su una struttura comprimibile. In questo modo il sollievo derivato dall’inserimento dello shaunt ha permesso al cervello di espandersi normalmente.

 

Nel frattempo Noah ha sorpassato tutte le loro aspettative. Sempre la mamma di Noah sottolinea “è stato magnifico assistere ai suoi progressi e vedere quanto ha imparato, quanta gioia porta a chi gli è vicino. Forse, la cosa più importante non è quello che gli insegniamo noi ma quello che lui può insegnarci”.

Durante la gravidanza, alla famiglia del piccolo, è stato chiesto ripetutamente se volessero abortire, ma la famiglia ha sempre rifiutato, sostenendo che il loro bimbo meritava almeno una possibilità.

 

La prima cosa che abbiamo sentito quando è nato Noah è stato il suo pianto. Noi avevamo quasi perso la speranza e quindi svegliarsi e sentirlo piangere e guardarmi è stato straordinario” ricorda la mamma.

La salute di Noah viene costantemente monitorata e lo spazio lasciato nella sua testa è riempito da fluido cerebrospinale che viene drenato regolarmente da uno shunt.

 

A 2 anni Noah parlava e cantava come i coetanei.

Ora la sua mamma sta cercando di insegnargli come usare il vasino. Michelle ammette “è straordinario come riesca a capire quello che deve fare. Usa anche le posate da solo. Decide le cose da solo, non smette mai di parlare”.

 

Unimamme e voi cosa ne pensate di questa storia straordinaria?

Di recente vi avevamo parlato del piccolo Renner, anche nel suo caso i medici avevano poche speranze, ma il bimbo si è salvato.

 

 

 

 

Maria Sole Bosaia

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