Unimamme oggi vogliamo parlarvi dell’esperienza di una mamma: Danielle Walker, autrice e fotografa del best seller Against All Grant che ha colto l’occasione per parlare della sua gravidanza dopo aver perso il suo precedente bambino.
“Sono una mamma di 3 bambini, incluso un bimbo arcobaleno. Ci sono termini che non ho mai sentito prima di perdere mia figlia Alla, il mio angioletto, poco dopo la nascita. Perdere un bambino ti introduce in un mondo completamente diverso, con un nuovo repertorio di emozioni, linguaggi e relazioni. Ti spinge in una comunità di genitori, un club se vuoi, che non ti saresti mai aspettata di frequentare, e a cui non ti sei unita per scelta.
Sei mesi dopo la nascita di Alla siamo stati sorpresi nell’apprendere che eravamo di nuovo in attesa di un bimbo rendendomi così la mamma di un piccolo chiamato “bambino arcobaleno“. Un bambino arcobaleno è un piccino nato dopo la perdita di una gravidanza o di un figlio, portando bellezza (come un arcobaleno) dopo la tempesta successiva alla perdita di un bambino. Io però ho lottato duramente contro l’adozione di questo termine e sulla dicotomia dell’arcobaleno e della tempesta che avvengono contemporaneamente.
Un bellissimo arcobaleno appare quando luce e pioggia arrivano insieme, in altre parole quando vedi un arcobaleno la tempesta sta ancora indugiando. La tempesta è ancora presente nella mia vita ma con questo glorioso arcobaleno attendiamo la nascita del nostro terzo bimbo.
La parte più intensa della tempesta è passata, ma ha lasciato dietro di sé detriti e un lascito difficile da descrivere, un po’ come una città che viene lasciata in rovina dopo il passaggio di un tornado o di un uragano. La mia tempesta si rompe e si dissolve per il sole, risate, gioia e pace più spesso di quello che era solito accadere. Ma una gravidanza successiva alla perdita di un bambino ti può riportare nel cuore della tormenta, non importa quanta guarigione e progressi tu abbia fatto. Con essa porta una marea di ricordi. Ci sono momenti che si infrangono e soffiano come un tuono accentuando la realtà che Alla è con noi solo con lo spirito. La verità mi circonda in ondate di emozione e mi lascia inerme e senza fiato.
Con una gravidanza dopo la perdita di un figlio hai due scelte: vivere nella paura o nella fede. Prima di perdere Alla non avevo idea di quante complicazioni avrebbero potuto influenzare una gravidanza. Ora conosco termini come Osteogenesi imperfetta di tipo 2, anencefalia, Trisomia 13 e nato morto. Parole che mi suonavano estranee ora sono parte del mio vocabolario quotidiano, come lo sono per gli amici che ho incontrato in questo viaggio. Noi conosciamo ognuno di questi termini come conosciamo il nostro nome.
In tutta questa gravidanza, a dispetto del sapere che tutti i test genetici erano ottimi, potenziali minacce erano sempre presenti, e ho realizzato in fretta che avere un bimbo dopo una perdita simile è il lavoro più duro che abbia mai fatto.
Ho contato i giorni finché non ho potuto avere un’ecografia precoce e accertarmi che il piccolo stesse crescendo. Mi svegliavo senza fiato nel mezzo della notte con i ricordi del giorno in cui abbiamo ricevuto la diagnosi di Alla, quando il volto del tecnico è sbiancato e ha smetto di parlare mentre effettuava la scansione. Ho avuto paura che ci fosse qualcosa che non andava con la gravidanza, sarebbe stata l’ultima goccia che mi avrebbe distrutto definitivamente e da cui non mi sarei ripresa.
L’appuntamento della 20° settimana è stato intriso di gioia e dolore mentre guardavamo sullo schermo tutte le cose che ci aspettavamo di vedere con Alla, ma di cui siamo stati privati. Ogni dito del piede e della mano che ci hanno mostrato i medici ci ha fatto piangere di gioia perché questa volta era sano, ma anche con angoscia perché ci ha ricordato quanto fosse formata in modo scorretto la nostra bimba.
Il mio cuore era troppo pesante per festeggiare con un baby shower perché era troppo doloroso ricordare che non ne avevo fatto nessuno per Alla (anche presenziare a un baby shower per le mamme in attesa è ancora difficile). Scegliere i vestiti per un nuovo bambino o cose per la cameretta è stato difficile ma non sono ancora stata capace di disfare le scatole che abbiamo messo via.
A causa di queste minacce ho deciso subito di vivere con la fede e non con la paura. Con ogni nuovo giorno, per quanto fosse difficile, mi sono spinta a credere che questo bambino sarebbe stato in salute e sarebbe sopravvissuto. Non volevo che la paura mi derubasse della gioia che si suppone arrivi con la gravidanza, o guardando indietro al post-parto e desiderando di aver fatto le cose in modo diverso. Non è stato un compito facile, si è trattato di uno sforzo consapevole, ma ad ogni appuntamento, ad ogni battito del cuore, ad ogni ecografia che confermava la crescita e la presenza di un bimbo fiorente mantenendo un atteggiamento positivo è stato meno oneroso. I calci e i movimenti ci ricordano il miracolo di una nuova vita e diventiamo sempre più eccitati di dare il benvenuto a questo nuovo piccolino nella nostra famiglia.
Alla sarà sempre parte della nostra famiglia e questo nuovo bambino crescerà sapendo che c’è una sorella maggiore, un bambino in mezzo, lassù in cielo. La prospettiva di nostro figlio Asher sul suo posto nella nostra famiglia è così incoraggiante e gioiosa e mi ricorda di avere la fede di un bambino quando sto avendo giorni duri.
Sentiamo che il tempo trascorso con Alla nel grembo e in ospedale valesse la tempesta. Ci ha donato nuove, profonde amicizie, una rivelazione del valore della vita, una maggior capacità di comprendere il dolore e la perdita, e la capacità di essere di incoraggiamento per gli altri. Ho fede che il nostro bambino che sta crescendo lascerà la sua impronta nel mondo: questo terzo bambino è un simbolo di guarigione e speranza.
Forse la parte più importante del consiglio alle mamme in lutto per la perdita di un bambino e che ora stanno portando dentro di loro una nuova vita, è quello di essere gentili con se stesse. Capire che ci sono dei limiti e se la tempesta ritorna e qualcosa è troppo difficile da sostenere, va bene anche fare un passo indietro e isolarsi un momento per proteggere il proprio cuore. Va bene sentirsi tristi per la tempesta persistente mentre contemporaneamente festeggi la bellezza dell’arcobaleno. Sappiate che è normale sentirsi in colpa nei festeggiamenti, o come se stessi dimenticando il tuo piccolo angelo, ma non lo stai facendo che sarà sempre nel tuo cuore.
Spero che i genitori leggano e guardino la nostra storia svolgersi e si sentano a loro agio mentre le loro paure e dubbi vengono affermati e sappiano che hanno la forza di andare avanti e di scegliere la fede invece della paura. Credo che la mia bambina stia festeggiando l’imminente nascita del fratello a poco a poco, proprio come noi e che stia contando i giorni fino a quando potranno giocare insieme nella loro nuova casa”.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questa commovente lettera?
Avete mai attraversato un momento così difficile o conoscete qualcuno che l’ha fatto?
Noi vi lasciamo con alcuni consigli per aiutare i genitori che stanno vivendo questa situazione.
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