Unimamme, spesso e volentieri si elogiano i padri moderni per l’aiuto che danno in famiglia, svolgendo le faccende domestiche, cucinando, occupandosi dei figli nei più svariati modi. Il commento più comune davanti a questo atteggiamento è quello di dire “oh come sei fortunata”.
Come a dire che l'”uomo” che prepara un pasto per la famiglia, sa fare la lavatrice e portare al parco i bambini è una specie di Santo venuto in aiuto delle mamme “così fortunate” da averne uno così accanto.
Una mamma blogger, Abi Oborne, ha deciso di sfatare questo mito della Dea Fortuna che tutto può. Ecco cosa dichiara a questo proposito sull’Huffington Post.
1. “Prendersi cura dei figli è il “nostro” lavoro, non il “mio”.
Abbiamo deciso entrambi di avere una famiglia, insieme. Crescere i nostri bambini non è esclusivamente compito mio e non dovrei considerare una fortuna il fatto che lui mi aiuti. Siamo tutti e due genitori e tocca a tutti e due cambiare i pannolini, leggere le favole, andare al parco, coccolare i piccoli e svegliarsi durante la notte. Lui è un padre, non una mia controparte incompetente.
2. La fortuna è fuori dal nostro controllo invece io ho scelto mio marito.
Nessuno mi ha costretto a sposare quest’uomo. Ho scelto di stare con lui per quello che è, per il suo carattere. Ho preso questa decisione usando la testa. Non avrei mai scelto di sposarlo se non avesse sostenuto l’uguaglianza tra uomo e donna o avesse considerato la cura dei figli come un compito primariamente (se non esclusivamente) femminile. Volevo avere dei figli e non avrei mai scelto un uomo non interessato a fare il padre o ad avere un ruolo attivo come genitore. Sarebbe stata una decisione stupida, non sfortunata.
3. Dire che sono fortunata lascia intendere che tutte le donne dovrebbero rassegnarsi al loro “destino”, senza avere alcun controllo sulla loro vita sentimentale.
Quindi io sono una delle “privilegiate” mentre un’altra non lo è? Io ho scelto “quello giusto” e le altre no? Beh, non funziona proprio così. Se avessi sposato un uomo convinto che il ruolo di genitore sarebbe spettato solo a me, gli avrei detto chiaramente che la cosa non mi stava affatto bene. Se lui non avesse voluto fare il gioco di squadra, l’avrei lasciato. La signora del matrimonio poteva sempre separarsi dal suo disinteressato marito. In questo modo, avrebbe avuto almeno un giorno libero durante il weekend, quando i figli sarebbero rimasti con lui. E questo le sarebbe stato di grande aiuto. Non sono fortunata io, mentre lei non lo è stata. Lei era solo disposta a sopportare l’atteggiamento di suo marito, mentre io non lo sono.
4. Non è stata la fortuna a cambiare il nostro modo di concepire il ruolo di padre e madre, negli anni.
È merito dei cambiamenti sociali e del duro lavoro di quanti hanno cercato di cambiare le cose. È merito delle donne e degli uomini che hanno parlato dell’argomento, che l’hanno promosso e ne hanno scritto. Adesso non vediamo più i padri solo come coloro che “portano il pane a casa” o che dettano le regole. Questo mutamento non è venuto da solo. Non è dovuto alla fortuna, ma a coloro che hanno sfidato certe convenzioni obsolete, per vivere in modo diverso e spronare gli altri a fare lo stesso.
5. Non sono io ad essere fortunata, sono i miei bambini.
I miei figli non hanno alcun controllo su chi si prende cura di loro. Non possono controllare i due adulti che vivono sotto il loro stesso tetto, che fanno loro il bagnetto e provvedono ai pasti. Non possono sapere cosa va bene e cosa no. Non hanno la capacità di decidere se sono infelici di ciò che hanno e fare qualcosa a riguardo. Si limitano a “sopportarci”. Sono loro ad essere fortunati, non io.
Sono fortunata ad avere un marito così? In un certo senso sì. È una fortuna che lui sia in salute. Sono fortunata ad averlo qui con me. Sono stata fortunata ad averlo incontrato, tutto qui. Il resto è dovuto a scelte precise. Ho scelto di stare con lui. Ho deciso di sposarmi e formare una famiglia ed entrambi ci sentiamo immensamente fortunati ad avere i nostri bambini.
Sono i nostri figli, tanto miei quanto suoi. Lui è il loro papà ed il fatto che mi stia accanto mi fa sentire felice, non fortunata“.
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