Di casi di abbandono se ne sentono tanti, ma questo è speciale e lo è grazie alla bravura dei medici italiani che hanno salvato una bambina altrimenti condannata.
Abbandono di neonati: una storia vera
La piccola Bianca, questo il nome che le hanno dato i medici e il personale sanitario che attualmente se ne occupa, è nata a giugno al Sant’Anna di Torino. I genitori, che non si erano sottoposti a controlli durante la gravidanza, quando hanno saputo che la figlia era affetta da una grave malformazione del tubo neurale, il mielomeningocele, non hanno voluto riconoscerla.
Il mielomeningocele è una malformazione congenita del sistema nervoso centrale, che impedisce la formazione degli archi vertebrali posteriori con fuoriuscita del midollo spinale e delle meningi. Tra le conseguenze si registrano una grave difficoltà a camminare e diversi problemi a livello neurologico.
In tali casi, rarissimi ed evitabili se si assume acido folico come prescritto, gli interventi sono di due tipiRepubblica, come si legge su :
- il primo di riparazione del difetto congenito, quindi di neurochirurgia, eseguito dall’equipe dell’ospedale Regina Margherita diretta da Paola Beretta
- il secondo di chirurgia plastica per risolvere il problema della mancanza di tessuti di copertura, eseguito dal chirurgo plastico Giovanni Montà.
Ed è in questo secondo intervento che si è applicata una tecnica mai utilizzata prima in ambito neonatale, almeno in Italia: il trapianto di membrane amniotiche. Le membrane amniotiche sono tessuti estratti da placente raccolte da parti cesarei ed hanno particolari caratteristiche antiinfiammatorie e rigenerative. Sono infatti utilizzate in casi di ustioni gravi e di ulcere cutanee, ma solo negli adulti.
Il trapianto ha avuto un esito inaspettato, come riporta il primario del reparto di Subintensiva Neonatale del Regina Margherita, Enrico Bertino: “La velocità di riparazione della perdita di sostanza è stata sorprendentemente rapida“. Grazie a ciò il percorso di fisioterapia per la bambina è cominciato prima del previsto, aumentando così le speranze di un iter terapeutico piu’ breve e riducendo così i tempi critici.
La bambina dovrà restare ancora in reparto, ma in ospedale si dichiarano ottimisti circa la qualità di vita futura di Bianca, che presto, ne siamo certe, troverà una famiglia giusta per lei.
E voi unimamme, cosa ne pensate di tutta questa storia?
Noi vi lasciamo con la storia di un nonno che ha salvato 3000 neonati.