Ciera Swaringen ha 19 anni e abita a Rockwell in North Carolina, un paese di soli 600 abitanti. E’ una ragazza speciale: è affetta dalla nascita da una malattia della pelle, il nevo melanocitico congenito grande o gigante. Significa che il 70% del suo corpo è ricoperto di nei che però non si possono togliere. La malattia purtroppo è incurabile e le macchie con gli anni continueranno a crescere con la possibilità di svilupparsi in melanomi. Insomma una situazione che toglierebbe la gioia a chiunque, ma Ciera ha deciso di affrontarla a testa alta.
Ha deciso di mostrarsi a tutti grazie al profilo Instagram in cui si la si può vedere compiere le normali attività di ogni giorno, sfidando i pregiudizi. “Sono orgogliosa di quella che sono“. La malattia è rara, colpisce una persona su 500mila e appunto purtroppo non c’è cura: nell’età adulta la lesione più raggiungere anche i 40 centimetri.
Non è sempre facile uscire e sapere di essere oggetto degli sguardi altrui: Ciera vive in un paesello dove la conoscono tutti, ma quando esce dai confini famigliari non è raro che venga presa in giro. Una volta addirittura l’hanno chiamata “cane pezzato” e qualcuno le ha detto che era il caso di lavarsi, visto che sembrava sporca.
“Ma io sono orgogliosa di essere diversa e credo che, alla fine, tutti abbiamo qualcosa di particolare che ci caratterizza, sia dentro sia fuori“. “Tutti siamo nati in qualche modo ‘differenti‘ e abbiamo il diritto di sentirci bene nella nostra pelle – continua -. Una volta su un autobus un ragazzo ha cominciato a scherzare con me chiamandomi ‘cane chiazzato’, ma non ha fatto altro che aumentare la mia autostima. Con il tempo ho imparato a spazzare via i commenti negativi, sono convinta che a volte le persone dicano cose crudeli solo perché non hanno familiarità con la mia malattia” ha dichiarato all’Huffington Post.
Ciera racconta di sentirsi supportata grazie al sito “Nevus Outreach”, che raccoglie le storie delle persone che vivono la sua stessa condizione. Così sa che non è sola.
E voi unimamme cosa ne pensate?
(Fonte: huffington post)