Una grande novità riguardante l’annullamento del matrimonio scuote la Chiesa tramite due lettere “motu proprio” redatte da Papa Francesco.
Fin dall’anno scorso il Pontefice aveva istituito una commissione per lavorare su questo tema a seguito dell’esigenza di snellire i processi canonici. Quanto stabilito tramite la “Mitis Iudex Dominus Iesus” e la “Mitis et Misericors Iesus” è rivolto sia alla Chiesa di rito latino che a quella di rito orientale.
Si tratta di una decisione epocale dal momento che il processo canonico per le dichiarazioni di nullità matrimoniale era rimasto identico per tre secoli.
Ecco le novità introdotte: “se il vescovo decide che si faccia un processo ordinario esso dovrà celebrarsi entro un anno al massimo, la sentenza sarà esecutiva se non ci sarà appello e se le motivazioni dell’appello saranno manifestamente infondate”.
In questo modo non saranno più necessarie due sentenze conformi come è stato fino adesso. Tutto questo va nell’ottica dell’accorciamento dei tempi per chiedere la nullità del matrimonio.
Il vescovo quindi eserciterà la sua funzione giurisdizionale e religiosa.
Condizione indispensabile per accedere al processo vescovile è che entrambi gli sposi lo chiedano, evitando quindi divisioni tra le due parti. Naturalmente ci devono essere prove evidenti della nullità delle nozze celebrate in Chiesa.
Ci si potrà appellare al vescovo quando vi siano circostanze di fatti e persone sostenuti da testimonianze e documenti che non richiedano una inchiesta o istruzioni più accurate, rendendone evidente la nullità.
Nel motu proprio di Papa Francesco vengono definite nuove cause per la nullità del vincolo matrimoniale.
L’appello rimane valido ma la sentenza emessa dal vescovo sarà valida ed esecutiva dal primo grado di giudizio.
Diverse sono le motivazioni che possono aver spinto Papa Francesco a questo importante cambiamento, tra di esse, probabilmente, il desiderio delle persone divorziate di poter ricevere l’Eucarestia. Oltre a questo aspetto si aggiunge il non trascurabile desiderio di tornare a unirsi in matrimonio ricevendo i sacramenti.
Già in passato il Pontefice aveva espresso la sua apertura verso i divorziati risposati affermando che non “sono esclusi dalla Chiesa e dall’amore di Cristo”.
“Aspettavamo molto questa riforma. Il 90% dei nostri matrimoni sono misti, cattolici e ortodossi. La maggioranza non aspetta la doppia sentenza conforme. Se ne va, per questo era necessario un nuovo modo di trattare la questione” ha aggiunto Mons. Dimitrios Salacha, Esarca Apostolico di Atene.
Unimamme voi cosa ne pensate di questa decisione?
(Fonte: Corriere.it/ Corriere.it)
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