Unimamme, ci è già capitato di parlarvi del parto fisiologico e di come si realizzi, ma torniamo su questo argomento per farvi capire come sia possibile dare alla luce un bambino in modo naturale, senza ricorrere a troppe interferenze esterne secondo le ricerche effettuate da un’ostetrica inglese.
Secondo le comuni linee guida le donne dovrebbero essere guidate durante il parto, dal loro istinto, su quando spingere e quando no.
La pratica di aiutare le donne durante il travaglio però è molto diffusa. Quindi si dice loro quando spingere e quando no, ma per far sì che le mamme abbiano un parto fisiologico dobbiamo fare un passo indietro e riconsiderare il tutto.
Il discorso corrente riguardo il parto delle mamme verte sul meccanismo riguardante il funzionamento del processo di nascita secondo cui la cervice si dilata per prima e successivamente il bimbo passa attraverso la vagina.
Discesa, rotazione e dilatazione cervicale avvengono a stadi diversi che non sono necessariamente correlati.
Una volta che viene individuata la dilatazione della cervice è pratica comune invitare le donne a spingere. Durante le spinte si usa la manovra di Valsalva (manovra respiratoria forzata a glottide chiusa) o una sua variazione che include:
La decisione di organizzare le spinte delle donne è stata presa con l’obiettivo di diminuire la durata del loro doloroso travaglio. Purtroppo però tutto questo ha portato conseguenze negative per le donne inclusa l’alterazione della circolazione e un incremento dei danni alla vescica e al pavimento pelvico.
Inoltra la manovra di Valsalva può ridurre il trasporto di ossigeno attraverso la placenta al bambino.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che la manovra di Valsalva non riflette le spinte istintive delle donne. Le partorienti infatti non cominciano a spingere all’inizio delle contrazioni, non prendono profondi respiri prima di spingere. Il numero di spinte varia, mentre alcune non spingono per niente durante le contrazioni.
Alcune donne invece tendono a spingere prima che la cervice sia completamente dilatata. Questo viene visto come una complicazione e le partorienti sono dunque incoraggiate a smetterla temendo che la cervice possa danneggiarsi.
Due studi hanno esaminato l’impulso a spingere prima che la cervice sia completamente dilatata e si è scoperto che il 30-40% delle donne ha avuto questo istinto.
L’esame delle ostetriche però ha confermato che la cervice di queste partorienti non era completamente dilatata.
Si è anche scoperto che questo impulso è più diffuso nelle primipare e che questa situazione si verificava nel 41% dei casi in cui i bambini si trovavano nella posizione occipitale posteriore (ossia con il viso rivolto in avanti e la schiena appoggiata sulla spina dorsale della mamma).
Entrambe le ricerche hanno stabilito che l’urgenza di spingere non comporta complicazioni.
Bisogna considerare inoltre l’impatto del dire a una donna di non spingere. Una volta che il bambino sta applicando pressione ai nervi del bacino la partoriente non riesce a frenare l’urgenza di spingere. A questo punto cercare di trattenere le spinte è quasi impossibile. Dire a una donna di non spingere quando il loro corpo ne sente la necessità può trasmettere l’idea che il loro corpo è sbagliato.
La donna può addirittura perdere la fiducia nel proprio corpo nelle fasi successive del travaglio.
Un’altra occasione in cui si invitano le mamme a non spingere si verifica durante il coronamento, quando cioè la testa del bambino raggiunge la vulva. La logica è quella di ridurre i traumi perineali rallentando l’arrivo della testa del bimbo. Una nascita lenta evita gli strappi al tessuto perineale che può allungarsi con calma.
Ci sono numerosi approcci per rallentare la comparsa della testa del bambino. Queste tecniche falliscono però nell’assecondare l’istinto materno riguardo la nascita.
Uno studio ha infine esplorato cosa fanno le mamme durante il parto assecondando il proprio istinto. L’indagine, condotta su 4 donne, ha rilevato che, se lasciate senza istruzioni, le donne alterano la respirazione e cessano di spingere quando la testa del bambino si avvicina al coronamento.
Le intense sensazioni sperimentate durante il coronamento fanno sì che le donne si trattengano mentre l’utero continua a spingere lentamente e gentilmente il bambino fuori.
Alcune donne provano ad avvicinare le gambe non solo per rallentare il piccolo ma anche per dare più forza ai tessuti perineali.
Dare indicazioni alle donne su come spingere o smettere di farlo le priva dell’autorità in questo campo.
A fronte di tutto questo l’ostetrica Rachel Reed ha stilato alcuni preziosi suggerimenti :
Unimamme, voi eravate già al corrente di tutte queste conseguenze relative alla fase della spinta raccontate sul sito Midwifethinking?
A voi come è andata?
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