Spesso le mamme si chiedono: “mio figlio crescerà abbastanza?”. Per avere una base scientifica su cui misurare i propri dubbi, quando si va dal pediatra si fa riferimento ai percentili. Che cosa sono di preciso? Si tratta di curve di crescita che consentono di valutare la crescita del bambino, basandosi appunto su delle linee – i percentili – che definiscono il range di valori per i quali la crescita è considerata normale a seconda della fascia d’età.
I percentili: a cosa servono
Si tratta di una media calcolata misurando peso e altezza di diversi bambini, in modo appunto da fare una stima: le curve di crescita vengono per questo motivo continuamente modificate grazie ad una commissione di esperti e ricercatori che prendono le misurazioni su migliaia di bimbi, in modo che ci siano esempi che siano al di sotto del percentile (3°) e al di sopra (97°). Ad esempio se un bambino si colloca come altezza nel 10° percentile, vuol dire che il 10% degli altri bambini è più piccolo, mentre il 90% è più alto. Stesso ragionamento per chi come peso si colloca nel 97° percentile: solo il 3% dei bambini pesa più di lui mentre tutto il resto pesa meno. Generalmente i bambini sani si collocano in una via di mezzo, attorno al 5o° percentile: sono considerati normali quelli che si trovano tra il 10° e il 90° percentile, ma non significa che chi si trova al di sotto o al di sopra abbia qualche patologia.
L’altezza e il peso infatti sono fenomeni estremamente variabili che possono essere influenzati non soltanto ad esempio dal cibo, ma anche da ereditarietà genetica, affetto, fattori ormonali. La situazione più comune – ad esempio se un bambino è particolarmente piccolo oppure particolarmente alto – è che avrà ereditato dai genitori i geni dell’alta o della bassa statura.
Bisogna tenere conto che il processo di crescita di un bambino non è uniforme e ci sono dei momenti di rallentamento che coincidono con l’età: ad esempio un neonato prende circa 150 grammi a settimana; al quinto mese ha già più che raddoppiato il suo peso alla nascita e lo triplica all’anno. La statura raddoppia verso i 4 anni e triplica a 12-13 anni i valori della nascita. Ci sono poi altri momenti della vita in cui c’è un maggiore accrescimento – durante la pubertà – e di rallentamento in cui le variazioni sono minime.
Se il bambino cresce in peso e in altezza lungo la curva di crescita non c’è da preoccuparsi; se invece si verifica un arresto o al contrario un’accelerazione, sarà il pediatra con le opportune valuzioni a capire le cause che potrebbero intervenire con lo sviluppo. Nella maggior parte dei casi si tratta di “interferenze” non necessariamente legate ad un disturbo patologico come l’obesità o problemi di sottopeso.
E voi unimamme che cosa ne pensate?