Sonia Bruganelli, la bella moglie dell’esplosivo Paolo Bonolis, parla della figlia primo genita Silvia e della sua disabilità dichiarando che il dolore iniziale si è trasformato, poi, in una gioia incontenibile.
In una intervista a cuore aperto al Corriere della Sera la bella quanto visibilmente emozionata Sonia Bruganelli, moglie del mattatore della televisione italiana Paolo Bonolis, racconta della sua vita privata e delle difficoltà iniziali, sue e del marito, nell’accettare la disabilità di sua figlia Silvia, la prima dei tre figli avuti con Paolo.
Silvia, ormai dodicenne, nasce con una cardiopatia facendo piombare nello sconforto e nella preoccupazione mamma e papà. La stessa Sonia, nell’intervista, dice «la mia storia da mamma è iniziata un po’ in salita. Io tendo a essere molto schietta, nel senso che non è augurabile una disabilità sicuramente credo che la forza che questi bambini hanno sia poi per le famiglie fonte all’inizio di enorme difficoltà ma poi sia sicuramente una possibilità di comprensione della vita in maniera un po’ diversa. Bisogna avere molta forza. Bisogna avere una famiglia grande alle spalle. Bisogna, a volte, sacrificare gli altri fratelli (Sonia e Paolo hanno altri due figli, Davide e Adele) perché le cose sono un pochino più complicate. La crescita e la felicità di ogni bambino è la priorità per ogni mamma, questi bambini tendenzialmente sono ricchi di gioia e serenità. È un percorso che non avrei scelto ma che rivivrei assolutamente così».
Sonia, fiera del suo essere mamma, dice che oltre alle tante difficoltà che ha dovuto superare in compagnia del marito, ha scoperto un modo diverso di vedere la vita e di apprezzare anche cose che fino alla nascita di Silvia non considerava importanti. Di certo non è facile affrontare alcune problematiche legate alla disabilità della figlia ma grazie all’amore e alla compattezza della sua famiglia tutto diventa più semplice.
Purtroppo, però, come la stessa moglie di Bonolis conferma, molte famiglie sono costrette a dover affrontare spese eccessive poiché le Istituzioni non sempre sono di appoggio alle stesse famiglie. Spesso, poi, molte di queste famiglie vivendo problemi economici si ritrovano, loro malgrado, a combattere con malumori e stress difficili da gestire verso le quali, ahinoi, troppo frequentemente si arrendono. La Bruganelli, che insieme al marito sostiene diverse associazioni, chiede a ognuno di noi di aiutare tali famiglie sottolineando l’importanza di non lasciare sole.
E voi unimamme cosa ne pensate di quanto detto da Sonia Bruganelli? È giusto, secondo voi, che siano i privati a dare una mano alle famiglie con componenti affetti da disabilità e che lo Stato sia, un’ennesima volta, latitante?
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