Inside Out è l’ultimo film della Pixar uscito da poco al cinema ed è incentrato sulla storia di Riley, un’allegra ragazzina di 11 anni costretta a trasferirsi dal Montana a San Francisco insieme alla sua famiglia.
Di fronte a questa nuova situazione le emozioni che si agitano all’interno di Riley entrano in gioco e guidano gli stati d’animo della bambina durante la sua crescita.
Questo film d’animazione esplora molto bene il mondo interiore dell’infanzia chiamando in causa le emozioni primarie o emozioni di base riprendendo le teorie di Paul Ekman, famoso psicologo che ha approfondito il tema delle emozioni. Ekman è stato infatti consultato dal regista Pete Docter, al fine di formare il suo team su quali fossero le emozioni fondamentali durante l’infanzia.
Secondo Ekman esistono 7 emozioni che corrispondono a specifiche espressioni facciali universali, che valgono in ogni paese: oltre alle 5 trattate nel film, le 2 escluse sono Paura e Disprezzo. Da queste 5 emozioni, ne derivano poi altre secondarie: elemento sottolineato anche in Inside Out quando Tristezza, verso la fine del film, entra in contatto con i ricordi felici dell’infanzia generando la malinconia. Diversi studi, secondo Elkman, individuano infatti l’età di Riley, gli 11 anni, come quella in cui le emozioni positive calano in intensità e frequenza.
Il fatto che esistano sentimenti “ibridi”, fatti da diversi emozioni, assicura che ciò che si sta vivendo sia sano, una parte normale dell’esperienza della crescita, come accade a Riley. Secondo Ekman il film riesce ad insegnare a genitori e figli a capire le emozioni e a controllarle, e non a subirle.
Christophe Haubursin, come riportato su Vox, ha ideato un grafico che mostra compiutamente come dalle prime cinque emozioni primarie possano nascere delle secondarie.
Ad esempio mischiando gioia e paura si genera la sorpresa.
Oppure mescolando rabbia e gioia si ha la correttezza.
O ancora da disgusto e tristezza si ottiene il disgusto verso di sé.
La pellicola della Pixar sottolinea che le 5 emozioni non sono di per sé positive o negative, nel film infatti la Tristezza aiuta Riley a conoscere cosa significhi essere felici.
Vediamo allora meglio le 5 emozioni che in Inside Out prendono vita e come possono aiutarci:
- Gioia: la gioia ci aiuta a sorridere e godere della vita. La gioia però non basta, da sola, a farci crescere e maturare.
- Tristezza: la tristezza è una componente della nostra esistenza, essere sempre tristi però non è salutare, per vivere bene dovremmo trovare un equilibrio e questo discorso è ben presente in Inside Out, mostrando come la tristezza ci aiuti ad affrontare le situazioni spiacevoli, consentendoci, talvolta, di sfogarci. Accettando la propria tristezza per il distacco dai genitori Riley capisce che non vuole lasciare la sua casa e torna indietro.
- Paura: la paura contribuisce all’autoconservazione, ci consente di evitare i pericoli e quindi può salvarci la vita. Occhio però attenzione a non farci paralizzare da questa.
- Rabbia: la rabbia porta con sé una forza distruttiva, ma può diventare anche un’incredibile risorsa per reagire. Grazie alla rabbia la piccola Riley dimostra ai compagni di hockey il suo valore. La rabbia ci spinge a lottare, a non arrenderci davanti alle mille difficoltà della vita e a non sottomettersi davanti alle ingiustizie.
- Disgusto: il disgusto guida molte delle nostre scelte, perché ci permette di scartare ciò che non si adegua ai nostri gusti per fare invece spazio a ciò che desideriamo davvero. Ci consente quindi di non vagare nell’indecisione e di abbracciare i cambiamenti.
Inside Out ci invita quindi a esplorare le nostre emozioni, a riconoscerle, a viverle, per migliorare il nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.
Unimamme e a voi il film è piaciuto? Ai vostri figli?
Noi vi lasciamo con un bel filmato sulle emozioni di un quindicenne.