Secondo la scienza 1 nascita su 8 comincia come gravidanza gemellare. Le cellule di questi gemelli non nati vengono assorbite nell’utero dal fratello, ma il caso di cui vi abbiamo parlato è una vera rarità.
“Persino i genetisti sono sconvolti” dichiara Barry Starr, genetista della Stanford University.
Buzzfeed, l’anno scorso, ha riportato la storia di una coppia americana che chiedeva aiuto nei confronti di quello che inizialmente sembrava un errore di una clinica di fertilità.
Nel giugno del 2014 questa coppia ha concepito un figlio con l’aiuto di una clinica della fertilità. Il bambino è nato sano, ma stranamente il sangue non combaciava con quello dei genitori.
Un test di paternità ha suggerito che il padre del piccolo non fosse il papà biologico.
“I genitori erano sconvolti, pensavano che la clinica avesse usato lo sperma sbagliato” ha dichiarato Starr, che dirige Ask a genetic, un sito specializzato.
La coppia si è rivolta a un laboratorio più rinomato e di nuovo, il test di paternità, svoltosi prelevando della saliva dalla guancia dell’uomo, è risultato negativo.
In America si svolgono 400 mila test di paternità ogni anno, con questa procedura, nel 24% dei casi la paternità non viene confermata.
Tornando al caso in questione la famiglia ha dato il via a procedure legati contro la clinica che si è difesa sostenendo che quell’uomo fosse stato l’unico a donare lo sperma in quel preciso giorno.
A questo punto i coniugi si sono rivolti a Starr che ha suggerito un test diverso che ha stabilito che l’uomo era lo zio del bimbo.
“Quello è stato il momento della scoperta” ha ricordato Starr che in quel frangente ha intuito che si trattava di una chimera. Le chimere sono molto rare, ma esistono in natura.
Anche Karen era una chimera, le cellule del suo sangue avevano una serie di geni che le sue ovaie hanno tenuto distinte dalle altre. Quelle ovaie hanno prodotto le uova che hanno fatto sì che i suoi figli non sembrassero i suoi. Quei geni appartenevano a un gemello che lei aveva assorbito quando era ancora un embrione nel grembo della mamma.
Nel caso di Washington di cui vi abbiamo parlato all’inizio il padre del bimbo però aveva una pelle rigata con 2 tonalità. Questo è un elemento che suggerisce il chimerismo.
Infine un altro test ha accertato la correttezza della paternità. Solo il 10% delle sue cellule avevano corrispondenze genetiche con quelle del figlio.
“Il chimerismo umano è più frequente di quel che pensiamo, ma è difficile da riconoscere, viene alla luce solo in casi come questi” sottolinea il biologo Charles Boklage.
Le ricerche sul chimerismo sono ostacolate dal fatto che i geni sono distinguibili solo in alcuni organismi. Ad esempio il papà di Washington aveva effettuato il test di paternità solo su delle cellule prelevate dalla guancia che presentavano una gamma di geni e quindi il chimerismo, in questo modo, non sarebbe mai stato evidente. Il 99% dei laboratori si affidano a test che cercano pochi segni.
Occhi di colore diverso possono essere segni di chimerismo, Starr però suggerisce che i test di paternità debbano cercare più segni. Nella letteratura medica sono riportati solo 100 casi di chimerismo umano ma uno studio suggerisce che questa condizone riguardi l’8% dei parti multipli.
Oltretutto dal momento che i trattamenti per la fertilità (qui 6 dritte per aumentarla) sono in aumento e questi talvolta portano a nascite multiple, anche la condizione di chimerismo aumenterà nella popolazione.
Unimamme, voi cosa ne pensate? Non trovate che tutto questo sia molto affascinante?
Voi conoscete qualche caso di chimerismo?
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