La fotografa è stata ispirata a iniziare il progetto dopo aver letto La ragazza senza nome, un libro riguardante una donna colombiana: Marina Chapman. “Marina è stata rapita a 5 anni nel 1954 da un remoto villaggio del Sud America e abbandonata dai rapitori nella giungla. Ha vissuto con una famiglia di scimmie cappuccino per 5 anni prima di essere scoperta da dei cacciatori. Mangiava bacche, radici e banane lasciate cadere dalle scimmie, viveva nei buchi degli alberi e camminava a 4 zampe, come le scimmie. Le scimmie non la nutrivano, ha dovuto imparare a sopravvivere, ma aveva abilità e buon senso. Ha cominciato a copiare i loro movimenti e loro si sono abituate a lei, spulciandola e trattandola come una scimmia” ha dichiarato l’artista. La donna ora vive nello Yorkshire con un marito e due figlie. Dal momento che si tratta di una storia molto particolare sono in tanti a non crederle. Hanno fatto i raggi x al suo corpo e hanno controllato le sue ossa per vedere se davvero era malnutrita ed è stato concluso che la sua storia è plausibile. Fullerton Batten l’ha contattata “lei è stata davvero contenta di realizzare lo scatto e mi ha permesso di usare il suo nome”.
Marina Chapman, Colombia, 1959.