Da pochi giorni si è chiuso il Sinodo sulla Famiglia e Papa Francesco apre un’altra breccia nelle regole rigide della Chiesa accogliendo, a braccia aperte, anche alcune persone che fino a oggi non erano ben accette, come i divorziati risposati. E’ stata infatti ammessa la possibilità di affidare al discernimento dei pastori la decisione sul dare o meno la comunione a questi ultimi. Come lo stesso Pontefice ammette «Bisogna andare verso gli altri perché una Chiesa chiusa in se stessa è una Chiesa morta».
Papa Francesco, dopo aver proposto di dare il premio Nobel ai genitori, torna a parlare di famiglia e lo ha fatto nel discorso di chiusura del Sinodo.
Nel discorso conclusivo del Sinodo sulla Famiglia il Papa ha sottolineato che la Chiesa non deve “distribuire condanne o anatemi“, ma ha il dovere ” di proclamare la misericordia di Dio, di chiamare alla conversione e di condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore».
Nelle parole del Santo Padre si sottolinea comunque “l’importanza dell’istituzione della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, fondato sull’unità e sulla indissolubilità, … base fondamentale della società e della vita umana“.
Del discorso del Papa, riteniamo importante riportare l’analisi della parola FAMIGLIA usata per riassumere la missione della Chiesa, che deve consistere nel:
F – Formare le nuove generazioni a vivere seriamente l’amore non come pretesa individualistica basata solo sul piacere e sull’“usa e getta”, ma per credere nuovamente all’amore autentico, fecondo e perpetuo, come l’unica via per uscire da sé, per aprirsi all’altro, per togliersi dalla solitudine, per vivere la volontà di Dio, per realizzarsi pianamente, per capire che il matrimonio è lo «spazio in cui si manifesta l’amore divino; per difendere la sacralità della vita, di ogni vita; per difendere l’unità e l’indissolubilità del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacità dell’uomo di amare seriamente» (Omelia nella Messa di apertura del Sinodo, 4 ottobre 2015: L’Osservatore Romano, 5-6 ottobre 2015, p. 7) e per valorizzare i corsi prematrimoniali come opportunità di approfondire il senso cristiano del Sacramento del matrimonio;
A – Andare verso gli altri perché una Chiesa chiusa in sé stessa è una Chiesa morta; una Chiesa che non esce dal proprio recinto per cercare, per accogliere e per condurre tutti verso Cristo è una Chiesa che tradisce la sua missione e la sua vocazione;
M – Manifestare e diffondere la misericordia di Dio alle famiglie bisognose, alle persone abbandonate, agli anziani trascurati, ai figli feriti dalla separazione dei genitori, alle famiglie povere che lottano per sopravvivere, ai peccatori che bussano alle nostre porte e a quelli lontani, ai diversamente abili e a tutti coloro che si sentono feriti nell’anima e nel corpo e alle coppie lacerate dal dolore, dalla malattia, dalla morte o dalla persecuzione;
I– Illuminare le coscienze, spesso accerchiate da dinamiche dannose e sottili, che cercano perfino di mettersi al posto di Dio creatore: tali dinamiche devono essere smascherate e combattute nel pieno rispetto della dignità di ogni persona;
G – Guadagnare e ricostruire con umiltà la fiducia nella Chiesa, seriamente diminuita a causa dei comportamenti e dei peccati dei propri figli; purtroppo la contro-testimonianza e gli scandali commessi all’interno della Chiesa da alcuni chierici hanno colpito la sua credibilità e hanno oscurato il fulgore del suo messaggio salvifico;
L – Lavorare intensamente per sostenere e incoraggiare le famiglie sane, le famiglie fedeli, le famiglie numerose che nonostante le fatiche quotidiane continuano a dare una grande testimonianza di fedeltà agli insegnamenti della Chiesa e ai comandamenti del Signore;
I – Ideare una rinnovata pastorale famigliare che si basi sul Vangelo e rispetti le diversità culturali; una pastorale capace di trasmettere la Buona Novella con linguaggio attraente e gioioso e di togliere dai cuori dei giovani la paura di assumere impegni definitivi; una pastorale che presti una attenzione particolare ai figli che sono le vere vittime delle lacerazioni famigliari; una pastorale innovativa che attui una preparazione adeguata al Sacramento matrimoniale e sospenda le pratiche vigenti che spesso curano più l’apparenza di una formalità che un’educazione a un impegno che duri per tutta la vita;
A – Amare incondizionatamente tutte le famiglie e in particolare quelle che attraversano un momento di difficoltà: nessuna famiglia deve sentirsi sola o esclusa dall’amore o dall’abbraccio della Chiesa; il vero scandalo è la paura di amare e di manifestare concretamente questo amore.
Come non amare e non apprezzare questo uomo così semplice che, finalmente, anche occupando posizioni a volte scomode, si schiera dalla parte dei più bisognosi di fede e di aiuto. La Chiesa, come sostiene Papa Francesco, è e deve essere la «Chiesa dei poveri in spirito e dei peccatori in ricerca del perdono e non solo dei giusti e dei santi, anzi dei giusti e dei santi quando si sentono poveri e peccatori.».
E voi unimamme cosa ne pensate di quanto detto da Papa Francesco e del Sinodo appena concluso?
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