Lo facciamo pensando a quanto sono piccoli e teneri, ma in realtà dietro c’è un motivo biologico.
Così come il nostro corpo “sa” come partorire, anche se non ne siamo coscienti, il nostro organismo nasconde dei motivi che ci portano ad agire in un determinato modo con i nostri neonati.
Vi siete mai trovate ad assistere a una nascita di cuccioli di animale, un gatto ad esempio? Noterete che la madre passa parecchio tempo a leccare i suoi piccoli. Così facendo la mamma scopre i suoi figli con i 5 sensi: impara a conoscerne l’odore, il sapore, i rumori che emettono, la forma che hanno toccandoli e vedendoli. In questo modo inizia a sentirli davvero suoi.
Quando una donna partorisce in un ambiente e in un modo che le permette di avere subito un contatto con il figlio, è possibile notare dopo poco alcuni comportamenti tipici: la mamma infatti accarezza suo figlio, esplora la sua pelle morbida, tocca le piccola dita dei piedi e delle mani. Inizierà poi a domandarsi a chi assomiglia di più al bambino, se al papà o alla mamma, si soffermerà poi ad osservarne il colore dei capelli e degli occhi. Ascolterà con attenzione i primi gridolini. E finalmente, avvicinandosi per baciarlo, coglierà il meraviglioso profumo del neonato, fino ad “assaggiarlo” con un bacio. Ecco che quindi la donna, esattamente come la mamma animale, avrà esposto i suoi 5 sensi al nuovo arrivato, iniziando così il processo dell’attaccamento.
Non è infatti raro trovare donne che, perché private dei primi momenti con il neonato ad esempio dopo un cesareo o perché il bambino ha avuto bisogni di controlli o di un po’ di tempo in incubatrice, fanno fatica a relazionarsi da subito con lui, percependo poi una specie di distanza.
Questi comportamenti “spontanei”, come baciare, generano non solo un attaccamento di tipo emotivo, ma anche biologico. Essere baciato infatti apporta benefici a livello di salute al neonato. La dottoressa Lauren Sompayrac, professoressa all’University of Colorado ora in pensione, e autrice del libro “How the Immune System Works (come funziona il sistema immutario)”, spiega infatti che: “Quando una mamma bacia suo figlio, “campiona” i patogeni presenti sul viso del bambino. Questi sono quelli che il bambino potrebbe ingerire. Questi campioni vengono prelevati dagli organi linfoidi secondari della madre come le tonsille, e così facendo le cellule B specifiche per quei patogeni vengono ristimolate. Queste cellule B migrano poi verso il seno della madre dove determinano la produzione degli anticorpi che il bambino in quel momento richiede!“.
Abbiamo piu’ volte parlato di latte materno e di come sia necessario per trasferire gli anticorpi al neonato, proteggendolo dalle malattie. Secondo tale dottoressa però gli anticorpi prodotti dalla madre durante la gravidanza non sempre sono quelli di cui ha bisogno il bambino. Una volta nato, infatti, il bambino avrà bisogno di anticorpi in funzione dell’ambiente con il quale verrà in contatto. Ecco allora che baciare il piccolo, oltre ad essere piacevole e a promuovere l’attaccamento, aiuta la mamma a conoscere il figlio e a capire, inconsciamente, quali anticorpi deve passare al figlio tramite l’allattamento.
Incredibile davvero! Sapevamo che il latte materno contiene centinaia di batteri, utili al sistema immunitario dei neonati, ma che addirittura i baci fossero così utili no, e voi unimamme ne eravate a conoscenza?
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