Sonno dei neogenitori: si sa che quando si ha un bambino la vita si stravolge totalmente. In particolare – almeno i primi tempi – vengono completamente ribaltati i ritmi sonno veglia. Questo perché il neonato non ha il senso delle ore della giornata e quindi bisogna seguire i suoi tempi. Una ricerca ha stabilito che solo nel primo anno di vita, i genitori perdono 44 giorni di sonno.
Ora un nuovo studio della Johns Hopkins University School of Medicine ha stabilito che l’interruzione del sonno farebbe peggio di un sonno continuato, ma ridotto.
I neo genitori empiricamente lo sanno già: anche se nella totalità si riescono a dormire anche otto ore di sonno – il numero ideale per recuperare le energie – sono i continui risvegli notturni ad essere deleteri.
Secondo la ricerca infatti le numerose alzate per allattare o quando il bimbo non dorme perché…non dorme, non permettono al corpo di scivolare nel sonno profondo, che è quello che permette il recupero di energie. E’ ciò che accade appunto ai neo genitori oppure a coloro che fanno un mestiere in cui sono frequenti i risvegli notturni, come le infermiere o i medici.
Lo studio è stato infatti condotto su 62 donne e uomini e donne in salute ai quali sono state imposte tre notti consecutive o di alzate forzate, sonno ritardato o sonno ininterrotto.
I partecipanti sono stati costretti a 8 alzate forzate a notte; quelli che sono stati costretti ad alzarsi e quelli con il sonno ritardato hanno mostrato dei livelli bassi di umore positivo e alti livelli di negatività pressoché simili dopo la prima notte. La differenza significativa si è vista dopo la seconda notte: il gruppo con le alzate forzate ha ridotto del 31% la positività, mentre quello con il sonno ritardato ha una riduzione solo del 12% rispetto al primo giorno.
I ricercatori non hanno trovato delle differenze nel cattivo umore tra i due gruppi nei tre giorni, il che suggerisce che la frammentazione del sonno è particolarmente dannoso per il buon umore. Inoltre, gli effetti di un cattivo sonno sono cumulativi, per questo c’è stata una grande differenza tra il primo e il secondo giorno dell’esperimento.
Attraverso poi degli elettrodi che hanno monitorato l’attività celebrale e le funzioni corporee si è verificato che i soggetti devono passare attraverso degli stadi del sonno; rispetto al gruppo con il sonno ridotto, quello con i risvegli forzati non riusciva a raggiungere questi stadi di sonno profondo, influenzando così l’umore.
Il sonno interrotto non solo toglie energie ma anche i sentimenti positivi come la gentilezza o l’essere amichevoli.
Insomma, per non “mordere” la mattina bisogna cercare di dormire in modo continuativo, ma chi ci riesce con un bambino piccolo?
E voi unimamme cosa ne pensate?
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