In pratica i giudici, con una nuova sentenza, hanno stabilito che non è reato la scelta nei casi in cui lo scopo sia quello di evitare l’impianto di embrioni affetti da gravi malattie trasmissibili, che sono quelle della legge 194 sull’aborto.
Per arrivare a questa sentenza però si è passati per le vie legali, infatti è toccato al Tribunale di Napoli decidere la sorte di alcuni medici accusati di produrre embrioni umani con una finalità diversa da quella prevista dalla Legge 40, effettuando quindi una selezione eugenetica e la soppressione di embrioni affetti da patologie.
Infine i giudici della consulta hanno posto un altro piolo alla tanto criticata legge 40 e, in particolare, a quell’articolo che indicava come ipotesi di reato la selezione degli embrioni, anche nel caso in cui lo scopo fosse quello di evitare l’impianto di embrioni con malattie genetiche trasmissibili.
Secondo quanto deciso dalla Consulta si violerebbero gli articoli 3 (uguaglianza) e 32 della Costituzione (diritto della Salute), per contraddizione rispetto alla finalità di tutela della salute dell’embrione. Tutto questo in aggiunta al diritto al rispetto della vita privata e familiare che vede i genitori sperare in un figlio sano non affetto da malattie genetiche.
Sono in molti a plaudere alla sentenza del Tribunale di Napoli, ad esempio Filomena Gallo avvocato e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni non parla assolutamente di eugenetica, ma invece loda l’aspetto di “tutela della salute della donna e dell’embrione stesso, la diagnosi preimpianto ora è legittima. Ad oggi la diagnosi preimpianto per le coppie fertili ma con patologie genetiche viene fatta solo in 3 ospedali italiani, ma avviene invece in tutte le cliniche private”.
Nonostante le vittorie l’avvocato sottolinea i continui ostacoli burocratici come l’emanazione delle linee guida sulla fecondazione assistita senza far riferimento alla diagnosi preimpianto per le coppie fertili e all’eterologa.
Da oggi però ogni ospedale deve garantire la diagnosi preimpianto anche alle coppie fertili portatrici di patologie genetiche.
Di diverso avviso è il professor Antonio Spagnolo, direttore dell’Istituto di Bioetica. Secondo lui con questa sentenza viene meno il principio di autonomia e dignità dell’embrione stabilito dall’articolo 1 della Legge 40.
“La richiesta di una coppia di avere un figlio sano è legittima, ma il metodo no. Siamo di fronte a una forma indiretta di eugenetica: gli embrioni malati non vengono distrutti ma messi in un limbo. Quindi, che dignità ha l’embrione?”.
Secondo lui è sbagliato parlare di embrioni malati, perché non è detto che un danno genetico porti sempre a sviluppare una malattia.
“Il disabile ha un diritto affievolito a nascere, può essere scartato, insomma è “figlio di un dio minore” attacca Eugenia Roccella, parlamentare di Area Popolare, mentre esponenti del Movimento per la Vita parlano di “cultura dello scarto”.
Davanti a questa novità c’è chi spera che non ci siano discriminazioni. “Ora speriamo che l’accesso sia per le coppie infertili che per le coppie fertili a rischio di trasmissione di gravi malattie genetiche sia possibile nell’effettività, e quindi nel servizio sanitario. Per ora non c’è traccia di ciò, né nelle ultime linee guida del 2015 emanate dal Ministero della Salute né nella lista dei nuovi Livelli essenziali di assistenza. Chiediamo che non vi siano nuove discriminazioni per le coppie meno abbienti e in particolare per quelle del sud Italia” dichiara Maria Paola Costantini, referente per la Pma (procreazione medicalmente assistita).
Andrea Borini, presidente della Società italiana fertilità e sterilità aggiunge che la “selezione” si attua già da tempo e che questa sentenza fa riferimento “alla diagnosi preimpianto con lo scopo di evitare di impiantare un embrione malato che può portare alla nascita di un bambino affetto da una malattia genetica“.
Come saprete in maggio la Corte Costituzionale ha proclamato l’illegittimità della legge 40 nella parte in cui vieta l’accesso alla fecondazione assistita e alla diagnosi preimpianto alle coppie fertili affette da gravi malattie genetiche, con riferimento alle condizioni che consentono l’aborto terapeutico.
Resta comunque valido il divieto di sopprimere gli embrioni, anche se si tratta di embrioni affetti da malattie genetiche (una possibile violazione può portare alla reclusione fino a 3 anni e una multa da 50 mila a 150 mila Euro).
Per gli embrioni malati è prevista la crioconservazione.
Unimamme voi cosa ne pensate di questa novità? In caso di necessità ricorrereste alla fecondazione assistita? E in caso di rischio di embrioni affetti da malattie genetiche, cosa fareste?
Dite la vostra se vi va.
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