Nei miracoli bisogna crederci, anche se a volte è molto difficile. Eppure accadono. Questa è la storia di Giorgio Grena, oggi 27 anni, che cinque anni fa a seguito di un gravissimo incidente stradale era finito in coma vegetativo.
I genitori, Rosa e e Gianluigi e il fratello Germano hanno vissuto per lui in questo lustro. Si sono divisi tra Bergamo dove la famiglia vive e dove Giorgio è stato in rianimazione, Pavia (recupero), Castellanza (neurochirurgia) e San Pellegrino (riabilitazione).
Sicuramente sono stati compiuti tanti sacrifici – psicologici ed economici – da questa famiglia che non ha mai abbandonato il figlio dopo quel terribile scontro sull’A4, quando appunto la sua vita e quella dei famigliari è cambiata per sempre (e il ragazzo nemmeno guidava).
“C’è stato un momento in cui ci è stato proposto di portare Giorgio in istituto – ha detto la donna a L’Eco di Bergamo – ma l’abbiamo portato a casa e coinvolto comunque nella nostra vita, nei nostri discorsi. Ci ha unito un invisibile, indistruttibile legame che ha dato un senso alla perseveranza dei medici e di quanti con noi non hanno mai smesso di sperare, mettendoci amore e non semplice compassione“.
Eh sì, perché grazie all’amore e alla speranza alla fine Giorgio si è svegliato. A marzo ha cominciato a dare segnali di ripresa: ora comincia a interagire con l’ambiente, cominci di nuovo anche se con l’indebolimento della voce, ma appunto riesce a rispondere a semplici domande.
Un caso davvero eccezionale di risveglio spontaneo – rarissimi sottolinea Giovanni Salvi, Responsabile del Centro di Riabilitazione Neuromotoria e Cognitiva dell’ Istituto Clinico Quarenghi e Presidente della rete Associazione italiana per il Recupero Trauma Cranico visto che in Italia solo 4 persone hanno avuto lo stesso destino di Giorgio – dato che il ragazzo è sempre stato assistito a casa e si è svegliato senza l’uso di farmaci risveglianti.
Ora che Giorgio si è svegliato, la strada è ancora lunga, ma mamma Rosa ci tiene a sottolineare che forse ancor più duro è stato il cammino fino a qui, visto che spesso le famiglie vengono lasciate sole senza alcun tipo di supporto. Ma cosa l’ha spinta a non cedere mai? “Grazie alla fede ho potuto affrontare scelte e decisioni molto difficili. Prego per Giorgio e per tutti quelli come lui. Rivolgo le mie preghiere alle famiglie che ogni giorno devono combattere sfide come la nostra. E prego e ringrazio il Signore per quei medici, infermieri e assistenti che si fanno immagine della sua Provvidenza nei confronti di questi pazienti” ha detto Rosa a Bergamo News.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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