Un pedagogista italiano lancia l’allarme: troppa informazione sui fatti di Parigi, politica, morte e differenze religiose rischiano di confondere e peggio ancora i nostri figli. Daniele Novara, direttore del Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti “grida” a genitori e insegnanti “cambiate canale“.
Il pedagogista Daniele Novara non lascia spazio a dubbi: é seriamente preoccupato, anzi, usando le sue parole, si dice “agghiacciato“. Il grande sgomento che ha portato con sé la strage di venerdì 13 novembre avvenuta a Parigi, ha seminato un panico indiscriminato tra madri che inventano allarmi inesistenti e insegnanti che cercano di spiegare le differenze tra Islam e Isis a bambini di prima elementare. Daniele Novara non usa mezzi termini: “Stiamo assistendo a un totale default psicopedagogico. A genitori e insegnanti dico cambiate canale“.
L’informazione dei media polarizzata sul terrorismo dell’Isis, coinvolge senza i giusti paletti anche i bambini più piccoli. Intervistato da un inviato del Corriere, Novara commenta: “Una disseminazione del terrore che sta purtroppo passando dalle scuole, insegnanti e genitori hanno fatto molte mosse sbagliate. Anche le istituzioni hanno fatto il loro; il ministro dell’istruzione Giannini ha invitato tutti gli insegnanti a dedicare un minuto di silenzio alle vittime della strage di Parigi e almeno un’ora alla riflessione sui fatti accaduti. Non distingue per grado di scuola, né per fasce di età. Forse intendeva che alla scuola dell’infanzia si doveva parlare di terrorismo e dei morti di Parigi? Il nostro primo compito è evitare di terrorizzare i bambini col terrorismo. Invece è proprio quello che sta succedendo. Abbiamo dimenticato una cosa importantissima, rispettare i bambini secondo la loro età. Fino alla terza elementare i bambini sono immersi nel pensiero magico, credono che la parola possa generare cose reali. Su di loro le nostre parole possono compiere danni enormi. Il ministro Giannini ha detto di non cambiare canale, io invece dico che la prima cosa da fare deve essere proprio cambiare canale, evitare di esporre inutilmente i più piccoli alla brutalità e alla crudezza delle immagini che i media continuano a trasmettere“.
Quando l’intervistatrice chiede se il consiglio di Novara sia quello di nascondere la realtà, il pedagogista risponde:”Scusi ma se lei dovesse separarsi da suo marito, direbbe ai suoi figli che lo ha trovato a letto con un’altra donna? No. È la stessa cosa. Non si tratta di nascondere la realtà ma di non coinvolgere i bambini in cose più grandi di loro, in questioni che li destabilizzerebbero perché al di fuori della loro misura. Se i bambini fanno spontaneamente delle domande, rispondete, ma non devono essere genitori o insegnanti a tirare fuori l’argomento“.
Novara non dice quindi di nascondere i fatti, ma che nei più piccoli è importante mantenere la sicurezza, la tonalità emotiva con cui gli diciamo le cose deve essere rassicurante, non per ingannare i nostri figli ed eludere la realtà, ma si tratta di rispettare i tempi e le tappe evolutive.
Parole, quelle di Novara, che vanno prese in seria considerazione, in un mondo dove si parla continuamente di terza guerra mondiale (mentre scriviamo esce la notizia di un caccia russo abbattuto dalla contraerea turca), forse ai più piccoli dobbiamo lasciare il diritto di credere ancora alla magia delle parole, senza presentargli mostri in agguato fuori la porta di casa.
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