Non è semplice per una studentessa, magari mamma da pochi mesi, riuscire a conciliare l’università e l’accudimento del proprio piccolo. In genere è difficile farlo quando si ha già un lavoro, figuriamoci quando bisogna ancora studiare per cercane poi uno.
Non sempre gli atenei sono attrezzati per delle studentesse madri. Negli Stati Uniti – dove la percentuale di madri giovani è molto alta – ci sono ad esempio gli asili nido già alle scuole superiori.
Allattare e andare in università: due esempi virtuosi
Anche l’Italia si è attrezzata per permettere alle studentesse con prole di poter continuare gli studi e di costruirsi un futuro migliore: l’università di Cagliari e quella del Molise hanno infatti pensato a degli spazi e a delle agevolazioni pensati proprio per le mamme!
La prima ha attuato una serie di servizi nati dalla richiesta di una studentessa in attesa alle prese con gli esami: ai genitori-studenti iscritti sono state consegnate le «tessere baby», sono 130 in tutto e appunto permettono delle agevolazioni. Ad esempio parcheggi riservati, priorità per le pratiche in segreteria e agli esami, accesso alle «stanze rosa»- spazi allestiti nelle facoltà con fasciatoi e arredi dedicati alle mamme incinte o che devono allattare – e accesso gratuito ai materiali dei corsi di laurea on line, in modo da recuperare lezioni perse e studiare da casa.
L’università del Molise invece ha dato origine a “UniVerso Mamma” (ci piace l’idea di avere il nome simile!) uno spazio gratuito allestito all’interno del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione Primaria, per incontrare le esigenze delle mamme che non vogliono rinunciare all’allattamento al seno. E’ stata allestita una nursery con fasciatoio, giochi e riviste del settore. Prossimamente, a UniVerso Mamma sarà inaugurato in via sperimentale anche un servizio aggiuntivo con personale specializzato, che si occuperà dei bambini mentre le mamme sono a lezione.
Sicuramente due ottime iniziative virtuose che si spera continueranno e che possano essere seguite da altre università italiane. Questo si chiama sostegno concreto!
E voi unimamme cosa ne pensate?