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Categoria Salute e benessere bambini

Fumare in gravidanza può portare all’autismo, lo dice una ricerca

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Valentina Colmi

Fumare in gravidanza: che il fumo in gravidanza non faccia bene è chiaro. Ora una nuova ricerca ha dimostrato che fare questo atto inconsulto può lasciare dei segni nel sangue del bambino fino a 5 anni dopo la nascita. I ricercatori hanno infatti trovato delle evidenze molecolari a seconda se la madre o meno ha fumato durante la gestazione.

Lo studio suggerisce inoltre che il bambino può essere esposto anche a delle tossine durante la gravidanza, che però sono più nascoste, come le sostanze chimiche della plastica o infenzioni dovute a dell’acqua contaminata.

Fumare in gravidanza: ecco cosa dice la scienza

Inoltre i ricercatori hanno detto di essere in grado di collegare queste esposizioni a delle malattie croniche, come l’autismo, l’obesità o problemi al cuore in modo da poter capire come si sviluppano e come cercare di prevenirle.  La dottoressa Margaret Daniele Fallin, a capo dello studio alla Johns Hopkins University Bloomberg School of Public Health, ha dichiarato: ‘Se hai un campione di sanghe, tu puoi rispondere a delle semplici domande alle quali non potevi rispondere prima. Il fumo è una di queste. Sappiamo infatti che il corpo è un accumulatore delle abitudini passate, lo si vede ad esempio dalle ossa, ma non sapevamo che avere un campione di sangue avrebbe potuto dare delle indicazioni non soltanto durante la vita, ma addirittura prima che il bambino nasca” continua la Fallin sul sito del Daily Mail.

Per arrivare a queste conclusioni la dottoressa Fallin e i suoi colleghi hanno analizzato le molecole epigenetiche che non fanno parte della sequenza del DNA ma che regolano quali geni sono “accesi” e “spenti” dove e quando nel corpo.

Due anni fa un altro gruppo di ricercatori ha esaminato il cordone di alcuni bambini appena nati e ha scoperto un marcatore epigenetico, conosciuto come DNA methylation, che è correlato al fatto che la mamma ha fumato durante la gravidanza. Per il nuovo studio è stato fatto un passo ulteriore: i ricercatori hanno testato il sangue di 531 bambini in età prescolare provenienti da sei diverse parti degli Stati Uniti e hanno parlato con le madri sul fatto che avessero fumato o meno in gravidanza. E’ stato analizzato il DNA methylation ed è stato trovato che le madri fumavano per l’81% dei casi. In sostanza il sangue conteneva questa memoria molecolare.

E’ anche possibile – dicono gli esperti – che questa traccia sia inoltre correlata all’esposizione al fumo passivo dopo la nascita.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Valentina Colmi

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