“Nessuno mette i propri figli su una barca, a meno che l’acqua non sia più sicura della terraferma”
Warsan Shire
(poetessa somala nata in Kenya)
Tante volte abbiamo chiesto di firmare delle petizioni per poter contribuire a risolvere qualche situazione, tra le altre ricordiamo quella di una “Scuola per Ilaria” voluta dai genitori di una bimba di 4 anni morta a scuola a causa della mancanza di sicurezza nella stessa scuola.
Oggi, invece, chiediamo di firmare una petizione rivolta ai bambini migranti, rifugiati e profughi che, quasi sempre, loro malgrado, rischiano la vita. Ecco di cosa si tratta.
Si fa difficoltà a crederlo ma ogni giorno sui barconi di persone che si avventurano alla ricerca di una vita migliore tanti sono bambini. Si imbarcano su mezzi di fortuna che gli “scafisti” riempiono all’inverosimile di persone e di speranze. Molti di coloro che sono a bordo, poi, muoiono anche duranre il tragitto e nessuno si fa scruplo nel gettarli in mare.
Ecco alcuni numeri che riguardano una statistica sul 2015:
si tratta di numeri che fanno male al cuore.
La gente che spende tutti i loro averi per attraversare il Mediterraneo ha come obiettivo la ricerca della felicità, di una vita migliore lontana da guerra e soprusi in genere. Ognuna di quelle persone dagli occhi tristi ha una storia da raccontare, un motivo valido per mettere a repentaglio la propria vita e per affrontare l’ignoto, un ignoto pericoloso e turbolento.
Lucia è una giovane donna che anche contro la volontà del marito una sera ha preso le sue figlie ed è partita alla ricerca di una mondo migliore. Dopo tre mesi di peregrinazioni, nell’arco dei quali ben due settimane sono rimaste nascoste, sono riuscite a imbarcarsi su di un barcone insieme ad altre 200 persone. Il loro viaggio, purtroppo, non ha avuto l’esito che aveva immaginato poiché il barcone è stato intercettato dalla Guardia Costiera libica che, come prassi vuole, lo ha ricondotto in Libia dove per gli stranieri senza status di immigrazione è prevista la detenzione fino a 12 mesi.
Lucia e Yusan, la figlia più piccola di 3 anni, nonché la figlia più grande, al momento, sono nel centro di detenzione di Alguaiha, in Libia ma la donna è ottimista circa il suo futuro e quello delle sue figlie. Come la stessa Lucia dichiara «In Eritrea è impossibile avere una vita normale. Non ha molta importanza in quale posto europeo finiremo. Qualunque paese sarà meglio del mio. Il mio sogno è garantire un’istruzione alle mie figlie, con un’istruzione potranno decidere per la loro vita. Per questo appena mi faranno uscire da questa prigione tenterò di nuovo di raggiungere l’Italia».
E allora proprio per tutelare le migliaia di bambini che ogni giorno rischiano la loro vita per approdare in Europa, l’Unicef chiede al Governo italiano di garantire:
e chiede, inoltre, a tutti di firmare una petizione che sarà consegnata il prossimo 25 dicembre al Presidente del Consiglio dei Ministri per chiedergli di tutelare i bambini e garantire loro un futuro.
Se anche tu vuoi far sentire il tuo sostegno a questi bambini firma la petizione
#INDIGNIAMOCI
PER OGNI BAMBINO IN PERICOLO
Un piccolo gesto di grande importanza, uno di quei gesti che voi unimamme siete sempre pronte a compiere. Forza, uniamoci e aiutiamo questi bimbi meno fortunati dei nostri, regalando loro per Natale una nuova speranza.
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