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Categoria Genitori & co.

L’annuncio di una gravidanza – La versione del papà

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Andrea Mondati

Il momento in cui una moglie, una compagna o una ragazza dice che è incinta, è diverso per ogni uomo. Quel momento in cui da “semplice” compagno di vita diventi qualcos’altro, è unico e differente.

Diventa quindi difficile descrivere in modo semplice quel momento fondamentale e i successivi 9 mesi. La maniera più semplice è forse quella di raccontare la mia esperienza, in modo umile e soggettivo.

L’annuncio di una gravidanza: la versione del papà

Ero sul divano ad allacciarmi le scarpe, pronto per uscire di casa, perso nella lista mentale di cosa da fare prima della partenza per la Spagna che sarebbe avvenuta il giorno successivo. Il flusso interminabile di pensieri venne all’improvviso interrotto da mia moglie Marta che, appena uscita dal bagno, mi fissava con uno sguardo strano ma luminoso. Aveva in mano uno strano oggetto che feci fatica a identificare e che, sinceramente, non mi sforzai più di tanto nel farlo. “Andrea?” mi chiamò lei. Con molta noncuranza risposi “Dimmi

Sono incinta

La frase mi colpì come una doccia gelata. Naturalmente non era un problema l’arrivo di un figlio, piuttosto totalmente inaspettato. Sposati da 3 mesi, ci avevano detto che avremmo fatto fatica ad avere bambini. Ci stavamo provando, certo, ma non avremmo mai pensato che arrivasse così presto. Capite quindi il mio totale stupore a quelle due parole, anche perché Marta non mi aveva accennato a nessun tipo di disagio fisico o ritardo particolare. Di conseguenza, è comprensibile anche la reazione che ebbi.

Ma cosa dici?”. Ero totalmente freddo e distaccato, isolato in un mondo dove continuavo a ripetermi di aver capito male, che sicuramente stava dicendo qualcos’altro e io, sovrappensiero come ero, non avevo compreso.

Sono incinta” ripeté lei. Stavolta non c’era possibilità di errore. La frase e il conseguente significato erano chiari, al di fuori di ogni discussione.

Ma avevi un ritardo?”

No

Ecco spiegata la mancanza di comunicazione su una questione così importante. Nessun segnale preliminare.

E allora perché hai fatto il test?

Me lo sentivo

Una frase meravigliosa, che trasformò la gabbia emotiva che mi ero costruito mentalmente, in un portone spalancato. La consapevolezza di quella notizia mi investì come un’ondata di felicità. Mi alzai dal divano (ebbene si, ero ancora seduto) e andai da lei per abbracciarla. Marta mi fece vedere il test ma sinceramente non mi interessava assolutamente nulla. Mi fidavo e non avevo bisogno della prova fisica. Mi staccai da lei e, con gli occhi lucidi, le chiesi : “Ma sei sicura?”

Ne ho fatti tre.” Me lo disse sorridente e innocente.

In quel momento ci fu un po’ di delusione. Avrei voluto esserci, partecipare a quell’esperienza insieme a lei e accompagnarla nella scoperta di questo enorme cambiamento che stava, anzi, che aveva stravolto le nostre vite. Forse però sarebbe stato troppo classico, così era diventato qualcosa di unico. Mantenendo il segreto, mi aveva risparmiato tutta una serie di ansie, paure e perplessità che sarebbero cresciute nell’attesa di sapere la risposta, negativa o positiva che fosse.

In realtà, non ero totalmente consapevole di quello che stava accadendo. Il mio cervello non riusciva in alcun modo a processare l’enorme cambiamento che avrebbe portato nella nostra vita questo annuncio. Il mio cuore, invece, ci riusciva benissimo. Ansia, eccitazione, paura, felicità, incertezza, amore, un fiume di emozioni mi attraversava. Ma dopotutto, questo non aveva importanza.

L’annuncio della paternità è arrivata solo a livello emotivo e non mentale. Comprendere pienamente la nascita di un figlio, soprattutto i cambiamenti che porta all’interno della vita del singolo genitore ma anche della vita di coppia, è un elemento che difficilmente un uomo comprende consciamente. Non ha cambiamenti fisici, non percepisce una presenza all’interno del proprio corpo, vive questa esperienza di riflesso sulla propria compagna e mentalmente nelle proprie fantasie sul futuro. Ma in quel momento, tutto questo non aveva importanza. Il passato della coppia e il futuro della famiglia erano totalmente annullati da un qui e ora, dalla felicità di un istante creata da due semplici parole. E io ero perso in quel presente così luminoso. Non avevo la minima idea di ciò che sarebbe successo nei nove mesi successivi.

E per voi unigenitori come è stato il momento dell’annuncio?

Andrea Mondati

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