Nel Rione Sanità ci sono mamme che vogliono un futuro diverso per i propri figli, lontano dai tentacoli della camorra che impera su quelle strade. E per fare questo hanno lanciato un appello: ” Tempo pieno nelle scuole per tenere i ragazzi lontani dalla strada”. Hanno partecipato alla richiesta anche molti sacerdoti della città, i quali hanno indetto una marcia per richiamare le istituzioni a questo flagello.
Le strade di una città, quando sono dominate da clan, organizzazioni criminali, delinquenza giovanile, diventano la prigione in cui i ragazzi rischiano di non uscire mai. E nel Rione Sanità, a Napoli, la camorra domina incontrastata.
Lo Stato assente, le forze di polizia rimaneggiate, con mezzi logistici ed investigativi drammaticamente insufficienti, portano molti abitanti del rione a tirare su dei muri contro il resto della cosiddetta società civile. E la camorra trova, da sempre, terreno fertile in queste dinamiche, dove l’esclusione sociale è all’ordine del giorno.
Ma ci sono madri, insieme al fattivo aiuto di 15 “sacerdoti della strada”, i parroci che gesticono le chiese di quartiere e vivono la quotidianità della sua gente, che vogliono un futuro diverso per i loro figli. 49 morti solo negli ultimi sei mesi, dipartite per droga e per rese dei conti tra bande, sono un dato più che sufficiente per raccogliere il loro appello: “Tempo pieno nelle scuole per tenere i ragazzi lontani dalla strada“. Sono poche infatti le scuole del quartiere che consentono ai ragazzi di stare fino alle 16 e 30. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione in Campania solo il 7% delle classi usufruisce del tempo pieno.
E per “gridare” questa richiesta, domenica 5 dicembre si terrà una marcia per la legalità lungo le strade del Rione Sanità. che partirà alle 10.30 da Piazza Dante.
A partecipare 15 comunità parrocchiali, diverse associazioni e movimenti del territorio, ed anche scuole.
Tra i parroci spiccano don Antonio Loffredo e padre Alex Zanotelli, da sempre in prima linea contro la camorra, e si faranno portavoce insieme alle madri. Don Antonio Loffredo ha dichiarato al gionalista del Fatto: “Qualcosa è cambiato dal 6 settembre scorso da quando è stato ucciso a soli 17 anni Genny Cesarano che era cresciuto tra questi vicoli. E qui è morto, proprio nella piazza della nostra chiesa, Santa Maria alla Sanità. Le mamme ci hanno chiesto aiuto e noi parroci abbiamo avviato un progetto per ascoltare le loro preoccupazioni, le loro idee. La gente ha detto basta e noi siamo con loro. Toglieremo i drappi viola in segno di lutto dalle finestre quando inizieranno ad ascoltarci ”
Un messaggio chiaro, cari Unigentori, e ancora una volta l’istruzione viene richiamata perché unico vero baluardo contro la formazione di mentalità mediocri e criminali.
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