Pensate a due genitori in attesa e felici a cui viene detto, alla 23° settimana di gravidanza, che la loro bimba non era destinata a vivere. Gli ultrasuoni di routine avevano mostrato che era molto più piccola di quanto ci si aspettava e le era stata diagnosticata una problema molto grave. La placenta non era cresciuta nel modo giusto e la bambina non aveva ricevuto il nutrimento necessario.
Un secondo parere ha poi confermato la prima diagnosi. La coppia però si è rifiutata di abortire ritenendo che la piccina avesse il diritto di morire a suo tempo, nel grembo materno.
Poi alla signora Bakker è stata diagnosticata la preeclampsia, una condizione che ne metteva a rischio la salute, ma ancora una volta la donna si è rifiutata di abortire.
La signora Bakker era incinta di 23 settimane e 6 giorni quando ha sentito la piccola scalciare, mentre prima non aveva colto segnali.
I medici hanno avvertito la famiglia che, se la bambina fosse sopravvissuta, sarebbe stata non vedente e sorda, ma i suoi genitori ormai avevano deciso.
“Non ci libereremo di lei perché non è sana” ha commentato la donna.
Una settimana dopo però le condizioni della piccina sono peggiorate ed è stato necessario effettuare un cesareo d’emergenza. I medici disperavano persino di poter inserire un tubo per la respirazione artificiale nella gola della piccola Naomi, ma incredibilmente la bimba ha cominciato a respirare da sola ed i dottori sono persino riusciti a inserire il tubo aiutando la neonata.
Naomi era davvero minuscola, aveva 25 settimane ma le dimensioni di un piccolo di 19, i suoi occhi erano ancora chiusi e pesava poco più di 300 grammi, secondo le statistiche i bambini devono essere di 450 grammi almeno per sopravvivere.
A quel punto anche i medici erano più ottimistici, ma la bambina rimaneva a rischio di paralisi cerebrale, sanguinamento del cervello, asma, cecità, sordità.
Naomi è stata anche operata per riparare due buchi nell’intestino, poi, sorprendentemente i punti di incisione sono guariti da soli.
La bimba è stata poi operata per ernia su entrambi i lati e ha una malattia cronica ai polmoni. Dopo 142 giorni trascorsi in rianimazione neonatale però la prematura è stata mandata a casa con la famiglia.
Ora Naomi ha 5 mesi e la sua vista e udito sono a posto, potrebbe però ancora avere una paralisi cerebrale. Al momento i polmoni sono la minaccia più imminente.
“La controlliamo da vicino, sia per il respiro che per l’apnea” racconta il padre a Life site news.
Anche il peso è un aspetto da non dimenticare, la bimba viene visitata ogni settimana da un dietologo: oltre al latte materno la neonata viene nutrita anche con la formula ad alto contenuto calorico.
“Per quanto riguarda lo sviluppo vediamo come va con le le pietre miliari, sono in contatto con un gruppo di sostegno per genitori di bimbi prematuri, ma nessuno è piccolo come lei” racconta la mamma.
La bambina ora è a casa con i genitori e il fratellino Nathaniel, la famiglia cerca di evitarle qualsiasi raffreddore, sapendo com’è fragile.
La signora Bakker dichiara “Fino ad ora è stato un lungo viaggio con un lieto fine. Spesso i bambini come Naomi non hanno una chance perché i genitori preferiscono abortire. Non è stato facile, è stato difficle e straziante. Ogni giorno ti domandi se tuo figlio sopravviverà. I dottori possono sbagliarsi. Chiedete sempre un terzo e quarto parere, ma sappiate che possono sbagliarsi. Noi ci siamo affidati ai migliori medici del paese ma abbiamo pregato molto. Questo è stato solo per proteggere noi stessi. Tutto ciò che è accaduto è sconvolgente, ma la nostra fede e il nostro credo, non importa cosa accada, sono parte di tutto questo”.
Unimamme, vi ricordate il piccolo Jett Morris? Anche nel suo caso i medici consigliavano un aborto, a volte però accadono cose imprevedibili.
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