In Italia, l’età media in cui si diventa madri è di 30 anni. Considerando che a quell’età spesso si è ancora in una situazione di precarietà lavorativa e affettiva, non stupisce che ci si fermi a pensare “di già?”, ma il corpo umano ha le sue regole che non dipendono dalla società.
Capita quindi che si diventi mamma sempre più tardi., senza però pensare se ciò avrà o meno conseguenze per i figli.
In America l’età media in cui si mette al mondo un figlio è di 26 anni secondo il Centers for Disease Control and Prevention data, che include anche donne sopra i 35 e sopra i 40.
Nel 2013, però, ben 677 donne sopra i 50 anni hanno avuto un bambino, un numero più alto rispetto alle annate precedenti. Si tratta di un record sicuramente impressionate, in parte dovuto all’età fertile di una donna che in quel periodo è in declino.
Certo, riuscire ad avere un figlio a quell’età può essere considerato un traguardo, ma cosa significa per i figli? In uno studio comparato di dati demografici di 200 anni su un largo gruppo di svedesi, l‘età della madre è stato uno dei fattori che ha determinato la vita di una persona.
Non è una novità che i geni della madre influenzino l’aspettativa di vita del figlio; in aggiunta a ciò le madri passano al feto delle cellule importantissimi chiamate mitocondri. Secondo quanto dichiarato dal Dr. Martin Wilding su Fertility and Sterility, i figli di madri più anziane potrebbero ricevere dei mitocondri “danneggiati” che accorcerebbero la loro vita.
I mitocondri determinano la generazione di energia nelle cellule in modo che continuino a funzionare. Nascono da un proprio genoma, che lavora e copia se stesso separatamente dal resto delle cellule di Dna.
Il processo di generazione dell’energia può avere delle complicazioni che possono danneggiare il Dna e i mitocondri hanno delle capacità limitate di ripararli. Per questo motivo gli errori accumulati nel Dna mitocondriale possono determinare che i mitocondri non lavorino bene.
Una donna nasce con un numero di cellule determinato che maturano e diventano potenzialmente fertili durante tutta la sua vita. Quando la donna è fertile, l’uovo viene fecondato e l’embrione eredita i mitocondri dalla cellula uovo più grande della madre, mentre il numero dei mitocondri presi dal padre è molto minore.
I mitocondri si dividono e occupano ogni cellula del feto e poi del bambino. Sembra che l’età avanzata sia in qualche modo ereditata dai mitocondri: uno studio del 2014 ha infatti evidenziato che i bambini nati da madri più anziane avevano molti più errori nel Dna mitocondriale rispetto a figli di mamme più giovani. Perciò in questi casi i mitocondri non funzionano come dovrebbero e potrebbero esserci ripercussioni nella loro vita: ad esempio potrebbero ammalarsi molto più spesso.
Questa teoria è connessa con l’età della madre: per esempio l’aspettativa di vita dei bambini svedesi si rivelava più corta se nati da mamme più anziane. Inoltre, essa dichiara che molti fattori determinano quanto vive una persona, da quelli genetici a ogni dettaglio dello stile di vita. E’ pertanto difficile dire esattamente quanto l’età della madre influisca in termini di importanza, anche se come abbiamo visto di importanza ne ha.
In ogni caso è estremamente importante tenere in considerazione e studiare quali siano le conseguenze non intenzionali che potrebbero esserci quando una donna mette al mondo un figlio in età matura.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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