Tanto si sta facendo per poter arginare tale fenomeno ma, purtroppo, tanti ancora sono i bambini abbandonati. Per smuovere gli animi e l’attenzione dei più ecco lo spot solidale “Occhi” con il quale in solo 30 secondi si racconta il triste destino dei bambini abbandonati. Un po’ un pugno nello stomaco che ci fa destare e ci fa comprendere una realtà a noi molto vicina.
Trenta secondi, solo trena secondi nei quali si sente un neonato che piange all’interno di un cassonetto salvato da un operatore ecologico. Il bimbo in questione è stato fortunato perché il suo pianto ha allertato l’uomo, un po’ come successo alla neonata sepolta viva sul letto di un fiume in California, tanti altri, però, i bimbi che non hanno la loro stessa fortuna e che non riescono a sopravvivere al loro abbandono.
Lo spot solidale “Occhi”, diretto dal regista Ago Panini e realizzato dall’agenzia di comunicazione Havas, che sarà trasmesso fino al prossimo 21 dicembre sulle Reti Mediaset e La7, racconta che la prima cosa che vede un neonato è il volto della mamma mentre un bimbo abbandonato vede il volto del suo salvatore, sempre che sia fortunato e che qualcuno si accorga di lui.
A proposito dello spot il regista Papini ha dichiarato: «Nello spot si alterna costantemente il punto di vista, passando da quello ‘soggettivo’ (quello del neonato) a quello ‘oggettivo’ delle grandi inquadrature e panoramiche. In questo modo lo spettatore prima si identifica (senza saperlo) nel neonato ‘vedendo’ quello che il piccolo intravede, luci confuse e ombre, per poi vivere con lui il ‘trauma’ della scoperta. Non si trova in una calda culletta, al sicuro della sua stanzetta tra le attenzioni amorevoli di mamma e papà. Quello che si profila davanti ai suoi occhi è la sagoma di un estraneo: di un operatore ecologico intento nel suo lavoro notturno di raccolta rifiuti.
Ed è proprio in questo momento che lo spettatore rimane di sasso: un ‘effetto sorpresa’ che lo mette di fronte alla triste e dura realtà. Tu sei quel neonato abbandonato ma tu sei anche quel netturbino che ha trovato il neonato. Tu sei quello che può fare la differenza: quello che può salvare una vita».
Trenta secondi che toccano il cuore dello spettatore e lo fanno riflettere, e si spera agire contribuendo per aiutare Ai.Bi., gli Amici dei Bambini, che da sempre lotta contro l’abbandono dei minori cercando di prevenirli tramite la creazione delle case e servizi di accoglienza. L’ultima in ordine di tempo è la Family House.
Anche il regista racconta di quanto si sia sentito chiamato in causa dallo spot che a lui hanno chiesto di dirigere: «Quando mi è stato proposto di girare questo spot non ho avuto tentennamenti. Ognuno è padre o zio o nonno, ognuno ha un bambino in famiglia. E se fosse tuo figlio o nipote quello nel cassonetto? Ho sentito l’esigenza di fare il mio contributo».
Se anche voi unimamme avete voglia di conribuire a lottare contro l’abbandono dei minori potete farlo donando 2 euro con un sms al 45505.
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