Questo riporta in auge un caso che risale a qualche anno fa e che ha previsto un consistente risarcimento per una ragazza nata affetta dalla Sindrome di Down.
Bisogna sottolineare però la particolarità di questo caso che risiede nel fatto che i genitori non avevano acconsentito ad avere una figlia affetta da una malattia simile. Il medico presso cui la madre era in cura non ha voluto dare ascolto alla donna che voleva effettuare un esame specifico per sapere se il suo feto fosse sano o meno e decidere di conseguenza.
Così Manuela e Marcellino Osmieri hanno appreso al momento della nascita che la loro piccina era affetta dalla Sindrome di Down.
A loro non è stata consentita alcuna scelta. Per questo motivo è stato riconosciuto, un evento incredibile, anche un indennizzo alla ragazza in questione, che adesso ha 16 anni.
“Finora la Cassazione riconosceva solo il diritto al risarcimento ai genitori ritenendo che per il bimbo, nascere malformato, fosse preferibile a essere abortito” ha riferito il legale dei coniugi Osmieri.
Ora però la corte ha riconosciuto un risarcimento anche a colei che, all’epoca, era ancora un feto. Quindi il medico, tramite questa sentenza, è stato riconosciuto responsabile di una malformazione non causata direttamente da lui.
“I coniugi avevano chiesto espressamente di conoscere le condizioni di salute del feto per fare una scelta di vita. E così non è stato. A loro è stata tolta questa opzione” ha ribadito il legale della coppia.
“Ogni donna incinta ha diritto di sapere quale sia la gravidanza che sta portando in grembo” si legge nella sentenza.
Per tutti questi anni, pur amando e occupandosi della figlia Marta, la sua mamma si è sempre sentita vittima di una scelta altrui. La donna infatti racconta: “io non so se avrei abortito ma la cosa grave è che nessuno mi ha messo nelle condizioni di poter fare una scelta autonoma”.
Ad ogni modo la strada per arrivare a questa storica sentenza non è stata priva di difficoltà.
“Ai genitori era stata chiesta la cifra astronomica di circa 300 mila euro a favore del medico, dell’ospedale e delle assicurazioni. Una richiesta inaudita e severissima che si può spiegare solo perché in questa area del Veneto le radici cattoliche sono profondissime e così pure la contrarietà all’aborto terapeutico”.
La Cassazione però ha annullato tutto, ha fissato un’invalidità del 75% che equivale a 1 milione di Euro di risarcimento. In aggiunta anche un risarcimento per il danno morale e materiale inflitto ai genitori, ovvero circa 400 mila Euro.
“Tutti possono chiedere agli ospedali di rispondere della mancata diagnosi. Non solo in quanto genitori che sono gravati da costi economici e umani inimmaginabili, ma anche per l’invalidità permanente del bambino” spiega l’avvocato della famiglia. Possono appellarsi tutte le coppie con bambini con la Sindrome di Down che non abbiano più di 10 anni.
Unimamme, voi ritenete giusta questa sentenza?
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