La mancanza di calore materno e di validazione hanno un effetto negativo sul sé della figlia che può diventare poco fiduciosa o diffidente nelle relazioni strette.
Le modalità con cui una mamma poco sintonizzate interagisce con la figlia varia da coppia a coppia, influenzando la figlia secondo modalità specifiche.
L’esperta Judith Viorst ha individuato 8 casi.
1)la mamma sprezzante: una mamma che ignora la figlia e quanto lei ha da offrirle. Figlie allevate da mamme incuranti rischiano di sviluppare dubbi riguardo la validità dei bisogni emotivi. Diventano piene di dubbi e insicurezze anche se nutrono il bisogno di amore e convalida. “Mia madre non mi ha mai ascoltata o sentita, mi chiedeva se avevo fame e anche se non avevo fame mi aveva già messo il piatto davanti” racconta una donna. “Non mi ha mai chiesto come mi sentissi o quello che stavo pensando. Mi ha comunicato che ero irrilevante per lei”. Il bisogno di attenzioni non diminuisce a causa della noncuranza materna. Anzi, si amplifica e induce a una ricerca attiva di considerazione.
2) la mamma non disponibile: si tratta di mamme emotivamente non disponibili che si ritirano dai tentativi di avvicinamento di una figlia e che invece concedono il loro amore a un figlio ma non all’altro. Questo implica mancanza di contatto fisico (abbracci e conforto), insensibilità al pianto del bambino, incapacità di esprimere emozioni… fino all’abbandono fisico. Quest’ultimo, in particolare, lascia forti tracce. Una donna descrive così l’abbandono della madre “non sono mai riuscita a capire perché, ad un certo punto, non avesse più voluto stare con me. Sentivo una grande mancanza nella mia vita e solo mia mamma avrebbe potuto riempirla”. Se fortunate le ragazze troveranno un altro famigliare a sopperire questa mancanza.
3)la mamma invischiata: le mamme non riconoscono un confine tra se stesse e le figlie. La separazione tra mamma e figlia viene costantemente ostacolata. Queste mamme sono costantemente concentrate sui loro figli. Vivono attraverso i loro successi che chiedono e incoraggiano. Il senso del sé di queste figlie viene ingoiato.
4)la madre controllante: anche questa mamma non riconosce la propria figlia. Gestiscono in tutto le loro figlie e si rifiutano di riconoscere la validità della prole e delle loro scelte finendo per trasmettere loro un senso di insicurezza e di impotenza. motivano questo atteggiamento sostenendo che è per il bene della figlia. Trapela invece il messaggio per cui la figlia “fallirà” senza la guida della mamma.
5)la mamma aggressiva: queste mamme non riconoscono il loro atteggiamento bellicoso e non lo attuano quando sono in pubblico. Queste mamme denigrano attivamente le loro figlie, sono ipercritiche e competitive, effettuano giochi di potere sulle figlie. Questa mamma usa l’abuso verbale ed emotivo come arma per vincere, ma può ricorrere anche alla forza. Giustifica il suo comportamento puntando sui difetti del carattere della figlia, una bambina interiorizzerà questi atteggiamenti denigratori.
6)madre imprevedibile: una figlia non sa mai se affronterà la mamma “buona” o “cattiva”. I bambini si formano delle rappresentazioni mentali ispirati ai rapporti precoci con le mamme, in funzione delle quali interpretano relazioni successive nel mondo reale. Le figlie avvertono queste relazioni come precarie e pericolose. “Mia mamma era terribilmente critica un giorno, incurante di me quello successivo, poi dal nulla tutta sorridente e interessata. Non ho mai saputo cosa aspettarmi. Pensavo che fossi a comportarmi in modo tale da farmi trattare in quel modo da lei, ma ora ho capito che c’entravo poco”.
7)madre coinvolta da se stessa: queste mamme vedono le figlie come estensioni di loro stesse. Regola il suo coinvolgimento a seconda di ciò che le conviene per nutrire il proprio narcisismo. Sono incapaci di empatia e i loro legami emotivi con le figlie sono superficiali poiché l’attenzione è rivolta solo a loro stesse. Viste dal di fuori sembrano delle ottime mamme, attente e affascinanti, si prendono cura della casa, possono avere talenti e carriere ammirevoli e mostrare premure verso le figlie. Ma questi comportamenti non sono autentici, solo denigratori, hanno solo lo scopo di alimentare il loro ego.
8) ruoli invertiti: una figlia diventa l’assistente, la custode e la “mamma” della propria madre. Succede quando la mamma ha avuto dei figli in giovane età o quando era in una situazione in cui non riusciva a gestirli. “Mia mamma aveva 26 anni, quattro figli, pochi soldi e nessun supporto. Io ero la più grande, avevo 5 anni ed ero la sua “aiutante”. Ho imparato presto a cucinare, a fare il bucato e a fare i mestieri di casa. Quando sono cresciuta, la dinamica è rimasta la stessa, anzi è peggiorata. Mi diceva che ero la sua “roccia”, ma non ha mai badato a me, solo ai miei fratelli più piccoli. Ora che sono adulta, ancora non fa la mamma ma si comporta come una vecchia amica molto critica. A volte penso che mi abbia derubato della mia infanzia…” riferisce Jenna. Figlie di mamme alcoliste o depresse possono trovarsi nel ruolo di “custodi”, ma anche altre mamme fragili possono perpetuare questi modelli. Queste mamme amano le loro figlie ma non trasformano in azione i loro sentimenti.
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