In Africa, ne abbiamo parlato spesso, mancano le strutture ospedaliere e spesso anche le figure mediche necessarie a poter fornire un’assistenza immediata alle persone e ai bambini. Motivo per cui, fortunatamente, esistono tante associazioni dedicate proprio a fornire assistenza in questi paesi, che organizzano missioni nelle quali medici occidentali prestano la loro opera a titolo gratuito, ed altre, come Amref, che mira soprattutto a formare personale del posto.
La storia che vogliamo raccontarvi oggi è un po’ particolare, in quanto un bambino africano è stato sì salvato da un medico italiano, ma senza che questo fosse presente nel luogo.
Il medico protagonista della vicenda, Aurelio Tommasi, direttore sanitario del Suem (Servizio Urgenza e Emergenza Medica del 118) di Crespano del Grappa (Treviso), è stato raggiunto al telefono da una donna che chiamava dall’Angola, a 6 mila chilometri di distanza. Tommasi, infatti, è stato piu’ volte in missione in Angola ed è conosciuto dalla comunità locale.
La mamma disperata ha subito raccontato al medico che il figlio era scivolato in un pozzo, aveva perso conoscenza e aveva inghiottito molta acqua e respirava malissimo. Per far capire meglio al medico le condizioni del figlio, la donna ha anche inviato un video.
Il medico, dopo aver capito, ha quindi spiegato alla donna cosa fare: “Le ho detto di andare in una delle nostre ambulanze e prendere un sondino, le sarebbe servito a far uscire l’acqua dai polmoni“.
Mentre che la donna provava ad intervenire sul figlio, il medico è rimasto al telefono in attesa, ed ha anche pensato il peggio. Poi racconta: “ho sentito al telefono un pianto disperato e ho capito che l’acqua era uscita dai polmoni e il bimbo aveva ripreso a respirare“.
Dopo il primo video, la donna ha inviato al medico anche un altro filmato, in cui si vedeva il bambino che veniva allattato al seno dalla mamma.
Ora, grazie al medico italiano e alla mamma tempestiva, il bimbo sta bene.
Questa storia, che fa onore al medico ma anche alla mamma, ci dimostra come sia importante l’attività di tante e tante missioni presenti nel continente Africano, nei paesi tra i piu’ poveri del mondo, e come la tecnologia, quando accessibile, sia oggi un valido aiuto.
Ecco perchè, oltre ad aver avuto piacere a raccontare una storia finita bene, siamo contente di aver potuto ribadire l’utilità di associazioni come Amref, Emergency, Unicef, e molte altre che si battono da anni a favore dei bambini meno fortunati.
Anzi, se avete voglia di contribuire in qualche modo al loro operato, potreste approfittare dei bellissimi regali solidali pensati per Natale.