Il cancro non è genetico: il 90% dei casi si può evitare

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Il cancro non è genetico: lo dice la scienza. E’ vero, avere una predisposizione famigliare può in qualche modo aumentare le probabilità, ma i medici ribadiscono ancora una volta che il 90% dei casi di tumore si può evitare praticando una vita sana.

Ciò significa che bisogna evitare quei comportamenti cattivi che potrebbero generare la malattia:

  • sovrappeso
  • fumo
  • alcol

Questi infatti sono i peggiori nemici della salute: bisogna mangiare frutta e verdura, praticare una moderata attività fisica, non fumare, non bere. Ciò effettivamente non è una novità, ma la comunità scientifica è divisa in due opinioni: la prima è il cancro non si può evitare, la seconda è che invece si possa prevenire (anche se ciò non significa che non ci si ammalerà).

Questa controversia nasce un anno fa da alcuni ricercatori che hanno dichiarato che molti casi di tumori sono causati da errori nel DNA che sono generati nel modo in cui si dividono le cellule. Per due o tre vittime del cancro, l’effetto cumulativo degli errori genetici è la causa della malattia rispetto ad una vita poco sana.

Gli studi più recenti hanno riguardato 4 analisi di causa del cancro e sono stati usati gli stessi dati della prima ricerca. Tuttavia, si è giunti alla conclusione opposta, suggerendo che l’incidenza dei tumori è troppo alta per essere solo una causa genetica. Se così fosse – dicono i ricercatori – ci sarebbero molti meno casi di quelli che effettivamente ci sono.

Dr Yusuf Hannun, della Stony Brook University negli USA, dice che questi possono giocare un ruolo, ma è che lo stile di vita ad essere molto più importante. E ciò che c’è attorno, ovvero oltre alle sigarette, all’alcol, al cibo ci sono anche gli effetti dei virus, delle polluzioni e delle scottature solari.

In sostanza, quindi, bisogna cercare di volersi bene e di non incappare nelle cattive abitudini: “Questo non significa che non ci sarà più il cancro, ma che potrebbero essercene sempre meno” ha detto il Dottor Jian-Min Yuan dell’Università di Pittsburgh.

E voi unimamme cosa ne pensate?

 

 

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