Ecco, dunque, alcuni utili suggerimenti da parte di un autorevole pediatria, specialista proprio nell’affrontare casi di enuresi.
1 Quando è il caso di preoccuparsi?
Il dottor Chinnaiah Yemula, famoso pediatra, sostiene che se a fare la pipì a letto sono bambini con età inferiore ai 5 anni non c’è da preoccuparsi perché a quell’età lo sviluppo della vescica non è ancora completamente maturato. Ma se, invece, accade a bambini con età più grande si è in presenza di un problema. Il pediatra, infatti, ritiene che il “fare pipì a letto” può diventare un problema perchè a quell’età cambia la vita sociale dei bambini. “I bimbi cominciano a prendere parte ai ‘pigiama-party’ o alle gite scolastiche e, dunque, in quelle occasione i genitori si preoccupano in particolar modo”.
2 A chi bisogna chiedere aiuto?
Un’infermiera pediatrica che si occupa di incontinenza, Brenda Cheer, dice che «Il medico di famiglia è, senz’altro, un buon punto di partenza. Sarà lo stesso medico, poi, a indicare dove recarsi per fare tutti gli accertamenti del caso o se, invece, si tratta di un semplice momento transitorio».
3 Cosa si può fare per prevenirla?
È sempre l’infermiera Brenda a rispondere dicendo: «È indispensabile controllare che il nostro bimbo non sia stitico e questo perché se l’intestino è pieno potrebbe premere sulla vescica facendo fuoriuscire l’urina. Circa un bambino su tre soffre di stitichezza. Allora meglio controllare quante volte i nostri figli vanno in bagno».
4 Bere troppo può essere causa di enuresi?
L’infermiera Brenda dice che in media un bambino deve bere almeno 6-8 bicchieri d’acqua ma aggiunge anche che «Le bevande dovrebbero essere distribuite in modo uniforme in modo da non riempire la vescica. Meglio non bere un’ora prima di coricarsi, può essere utile».
5 C’è qualche bevanda che aggrava l’enuresi?
Il dottor Yemula sostiene «È stato provato che le bevande come il succo d’arancia, il succo di zucca, il succo di ribes nero e le bibite frizzanti stimolano una vescica già iperattiva. Allora è meglio evitare di assumerle. Quando i bambini vanno a fare la pipì prima di coricarsi, è utile incoraggiarli a contare fino a 30 e poi cercare di fare tutta la pipì per svuotare del tutto la vescica».
6 Perché non si svegliano per fare pipì?
Sempre secondo Brenda «Quando alcuni bambini dormono non rispondono al segnale mandato dalla loro vescica al loro cervello, allo stimolo, dunque, di fare pipì. Un’utile soluzione sarebbe quella di fare indossare degli allarmi o farli dormire su un materassino impermeabile che segnalano ai bimbi che stanno facendo la pipì. All’inizio non si sveglieranno in tempo, ma gradualmente si abitueranno ad alzarsi per andare in bagno».
7 Perché la maggior parte di noi riesce a trascorrere la notte senza fare pipì?
È sempre Brenda a rispondere dicendo «Normalmente tutti di notte secerniamo un ormone chiamato vasopressina che aiuta i reni a rendere l’urina più concentrata e quindi a trattenerla. In alcuni bambini però questo ormone non funziona e uno dei segni che lo testimonia è la macchia sul letto che è molto vasta».
8 I farmaci possono aiutare?
È la volta del dottor Yemula che dichiara «Se esiste un problema con l’ormone vasopressina, i bambini possono assumere un farmaco chiamato desmopressina che riduce la quantità di pipì prodotta dai reni in per evitare di riempire la vescica».
9 Perché alcuni bambini “guariti” ritornano a bagnare di nuovo il letto?
Brenda dice che «L’ansia provoca una diminuzione del livello di vasopressina per cui la produzione di pipì non si riduce durante la notte. Questo può accedere perché il bambino può essere scivolato in cattive abitudini, come quello di bere una bibita gassata prima di dormire. O, ancora, perché sta vivendo una brutta situazione a scuola come atti di bullismo o un altro problema che lo preoccupa, cerchiamo, dunque, di comprendere cosa lo preoccupa parlando direttamente con lui».
10 E’ possibile guarire senza strascichi?
Il dottor Yemula ci tranquillizza a tal proposito ma aggiunge anche «Nella maggior parte dei casi è possibile soprattutto se si tratta di problema lieve (tre volte alla settimana) o moderato (tre-sei volte a settimana). Se, invece, capita di fare la pipì a letto ogni notte tale situazione può durare anche per l’intera adolescenza se non trattata».
La curiosità che aggiunge, poi, il pediatra è che «Se uno dei genitori faceva la pipì a letto da bambino c’è una probabilità del 40% che il bambino seguirà le sue orme. Un genitore che ha avuto lo stesso problema del figlio può rassicurare il bambino nel trattarlo e nell’affrontarlo».
E voi unimamme vi siete mai trovate in questa situazione? Come avete risolto tale problema? Se ne avete voglia condividete le vostre esperienze e soprattutto suggerite il vostro metodo.
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