Solo qualche anno fa Arlene Clark era una mamma come tante altre che tentava di giostrarsi tra i mille impegni riguardanti il Natale, finché una terribile tragedia ha sconvolto la sua vita e l’ha spinta a rivalutare tutto quello che stava facendo.
Nove giorni prima di Natale, nel 2012, Jack, il figlio di 5 anni della donna è stato colpito da un virus al cuore ed è morto.
Arlene ha quindi decido di scrivere un post su Facebook in cui invita tutti a dimenticare lo stress natalizio e a trascorrere più tempo con i figli.
Il suo accorato messaggio ha ricevuto più di 31 mila like.
Una mamma perde il figlio e scrive un messaggio su Facebook
“Di questi tempi, tre anni fa, la mia vita era come quella di molti di voi. Ero la mamma di un bellissimo bambino di cinque anni, molto eccitato per l’arrivo del Natale. Stavo facendo tutte le cose che state facendo anche voi ora con i vostri figli, come decorare casa, scrivere lettere a Babbo Natale, fargli visita, guardare film natalizi, fare compere, fare progetti per quel giorno di festa e fare di tutto per regalare al mio bambino il suo Natale migliore.
Non sapevo che la mia vita stesse per cambiare per sempre. Non sapevo che mio figlio non avrebbe vissuto nessun altro Natale. Non sapevo che non l’avrei più visto correre per le scale disperatamente cercando di scorgere Babbo Natale o che non l’avrei mai più visto aprire i suoi regali, giocare con i suoi giochi e fare tutte quelle cose che quasi tutte le famiglie fanno in questo periodo di festa. Nessuno sa cosa gli riserverà il domani e ciò che è più triste è che il domani non è sempre garantito per tutti noi – si legge nel post -.
Proprio come gli altri, io mi facevo risucchiare dallo stress natalizio, mi preoccupavo dei soldi, dei regali, mi stressavo nei negozi, correvo da una parte all’altra, mi preoccupavo di far felici gli altri. Ma importava davvero non trovare ciò che cercavo nei negozi? Era davvero un problema trovare tanta folla e dover fare la coda? Importava davvero non trovare parcheggio? O non mandare biglietti d’auguri? O non sapere cosa regalare agli altri? O che non sarei riuscita a vedere proprio tutti il giorno di Natale?
O che queste persone fossero in disaccordo con me? Con il senno di poi, nessuno stress natalizio vale davvero la pena. Ciò che conta è il tempo che ho speso con Jack e i ricordi che abbiamo seminato lungo il cammino. Sono così grata per tutte le cose che ho potuto fare con lui soprattutto in questo periodo e so che non tutte le persone hanno la possibilità di sperimentare il grande dono che è l’essere genitori.
Il Natale è dei bambini e dei ricordi che riesci a costruire con loro, non riguarda i soldi che spendi per loro. Nel bel mezzo delle corse natalizie, dentro i negozi affollati, nelle cene fuori, prendetevi un po’ di tempo per costruire piccoli ma speciali ricordi con i vostri figli, guardate un film di Natale insieme, fate un gioco, giocate a carte o leggete una storia di Natale. Una delle cose che Jack amava fare nel suo ultimo Natale era farmi cantare con una strana voce le canzoni di un libro natalizio. In una delle sue ultime telefonate mi ha detto: ‘Mamma, abbiamo cantato quella canzone a scuola oggi’, e quando gli ho chiesto quale canzone, mi ha risposto: ‘Quella che tu canti con quella voce divertente’.
Era una cosa piccola ma ora è un ricordo speciale. Non dimenticate di scattare foto di questi momenti nel frattempo. Non sapevo quale fosse il vero valore di una fotografia fino a quando non ho perso il mio bambino”.
Dopo il luttuoso evento che l’ha colpita Arlene ha fondato Brightest Star per sostenere parenti in lutto in memoria del figlio scomparso.
“Il danno al cervello che era stato causato significava che Jackson non poteva più combattere, alle 23.50 ha deciso che sarebbe diventato la stella più brillante nel cielo e si è addormentato tra le braccia della mamma, con il suo papà al fianco e le persone che lo amavano di più” ha raccontato la donna.
Due giorni prima della sua morte Arlene aveva dato il bacio d’addio al figlio mentre si preparava per una giornata di divertimenti alla sua scuola di pantomima e alla festa in classe, seguiti da una notte a casa del padre.
“Non l’avrei mai visto correre giù per le scale per sapere se Babbo Natale era passato. Non l’avrei mai visto aprire i regali, giocare coi suoi giocattoli e fare tutte le cose natalizie che le famiglie fanno normalmente”.
Arlene poi ricorda che purtroppo la vita di ciascuno può cambiare all’improvviso. “Nessuno sa cosa può riservarci il domani, questo non è garantito per nessuno di noi”.
In molti hanno ringraziato questa donna per aver ricordato loro cosa dev’essere il Natale, ovvero non una corsa pazza tra regali e cene, ma un momento speciale per creare ricordi indimenticabili con i nostri bambini.
“Grazie, era quello di cui avevo bisogno, amo i miei bambini, ma non faccio abbastanza cose con loro” ha scritto un utente.
“La tua storia ha colpito nel segno. Dici cose giuste. Sono i ricordi che condividi che significano di più dei soldi e dello stress” ha scritto un altro utente.
Un’altra ha scritto: “il mio cuore soffre leggendo questo. Solitamente diamo sempre per scontato il domani”.
Unimamme, sappiamo che le mamme, spesso sanno trovare le parole giuste per toccare il cuore delle persone, come capitato alla donna che ha scritto una lettera al medico per ringraziarlo di aver operato suo figlio.
Voi vi siete commosse?