Un’allegra famigliola, composta da mamma e papà, tre piccoli bambini e un allegro cagnone, decidono di mettersi in viaggio per andare alla ricerca dell’orso. Il viaggio non sarà semplice e dovranno affrontare luoghi difficili, come un campo di erba alta e frusciante, un fiume freddo e fondo, una melma limacciosa, un bosco fitto e buio e una tempesta di neve, tutte avversità che “non possiamo passarci sopra, non possiamo passarci sotto, dobbiamo passarci in mezzo”. Arrivati finalmente alla caverna scura e stretta, una volta trovato l’orso, si rendono conto del pericolo. L’orso è sveglio e sembra avercela con loro. Allora di corsa tornano sui loro passi, ripercorrendo di gran lena tutti gli ostacoli superati, fino ad arrivare a casa, dove si chiudono dentro, giusto in tempo per sfuggire all’animale furioso. Che forse tanto furioso non è, visto il malinconico passo che tiene tornando alla sua fredda grotta.
La prima edizione di questo libro è stata nel 1989, ma non ebbe un gran successo. Oggi, dopo aver ricevuto il prestigioso premio Andersen, sembra essere stato riscoperto.
Il libro è cartonato o rilegato, in formato pocket. Le illustrazioni hanno uno stile semplice ma accurato. Osservandolo, si percepisce l’età del libro. Questo suo stile delicato, con i bordi delle figure irregolari leggermente marcati, il colore a matita e acquarello che riempie i soggetti e gli sfondi, colpisce incredibilmente. Il suo essere così “fuori moda” per i canoni attuali, lo rende particolarmente affascinante, riportando alla mente i vecchi libri illustrati che leggevano a noi genitori da piccoli, oltre ad essere di facile osservazione per i nostri figli. La particolarità più interessante, però, è sicuramente il modo in cui i disegni si adattano al ritmo della storia, aiutandoci ad entrare all’interno dei tempi che muovono i personaggi.
La storia si suddivide in due parti. Nella prima si racconta il viaggio per arrivare alla grotta dell’orso: Ogni località che incontrano, viene narrata in quattro pagine con illustrazioni che le riempiono totalmente. Nella prime due, in bianco e nero, una filastrocca, che si ripete sempre successivamente, ci racconta dove la famiglia arriva e di come sia costretta ad affrontare un luogo impervio passandoci in mezzo. Nelle successive due, a colori, dei bellissimi panorami ci mostrano la famiglia in azione, mentre il testo è ridotto a semplici suoni onomatopeici che ci aiutano a entrare nel racconto. Si prosegue poi con altre due pagine in bianco e nero e altre difficoltà, fino ad arrivare alla grotta dell’orso, quando inizia quella che possiamo considerare la seconda parte. Capito l’errore commesso, la famiglia scappa e torna sui propri passi, ripercorrendo ogni luogo visitato. I disegni vengono compressi in strisce colorate che illustrano la famiglia in fuga, così che il lento e lungo viaggio raccontato in più pagine, viene compresso in due, fino a condurci all’interno della casa, con un testo veloce e divertente a corredo. Nella chiusura torniamo nuovamente allo stile iniziale, lento, maestoso, con una piccola nota di malinconia ironica.
Il libro è sicuramente studiato e non frutto del caso. Ogni singolo elemento è stato posizionato a dovere e dimostra uno scopo ben preciso. Questa piccola opera è sicuramente adatta ai bambini dai 3 anni in su, anche se i suoni scritti all’interno possono divertire anche i più piccoli, se interpretati a dovere. La costruzione studiata e leggera, però, lo rende una lettura interessante anche per i genitori, che possono ridere della simpatica famigliola e apprezzare le accurate illustrazioni. Oltre che riceve un prezioso insegnamento: per divertirsi, può bastare anche un’uscita al parco giochi. Chissà se anche la famiglia di “A caccia dell’orso” lo ha capito. Nel frattempo, se avete un neonato, leggete qualche consiglio per viaggiare con lui.
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