La piccola Scarlette Tipton è una bambina davvero speciale. A soli 2 anni è sopravvissuta a una forma molto aggressiva di cancro e ora ha accolto un gattino senza una zampa.
Questa storia ha colpito molto la mamma della bambina, Simone, ricordandole sua figlia e le difficoltà superate.
Scarlette infatti è nata con il braccio sinistro più largo del normale. Dopo diverse operazioni, cure e chemioterapia alla famiglia della bimba è stato detto che aveva una forma molto aggressiva di cancro e che il braccio andava amputato.
“Abbiamo dovuto viaggiare dal Minnesota alla Mayo Clinic per fare l’operazione perché loro erano gli unici dottor qualificati Scarlette aveva 10 mesi quando le hanno amputato il braccio, la spalla, la scapola, la clavicola e tutto il tessuto intorno. Ora non ha più il cancro e si accinge a provare cure per l’espansione della pelle. Sta andando alla grande. Niente la trattiene. Sa correre rischi e ama essere avventurosa”.
Così i Tipton hanno considerato di accogliere un animale con un arto amputato “abbiamo visto il gatto al telegiornale, non lo guardiamo mai, ma è successo un giorno. Si è trattato di destino secondo me” ha detto la mamma.
La donna ha subito chiamato il rifugio dove si trovava l’animale. Purtroppo il gattino Doc non era disponibile per l’adozione a causa delle sue ferite. Così la famigliola ha incontrato di persona i gestori del rifugio.
Dopo aver ascoltato la storia di Scarlette si è deciso che Doc avrebeb vissuto con i Tipton.
“Il giorno in cui abbiamo adottato Doc Scarlette ha notato le graffette e il tubo di drenaggio al suo fianco, l’ha toccato con delicatezza e ha detto: “male”? Sì, ha male come te”.
“Ha posto la mano sulla parte amputata e ha annuito. Lei sa, a dispetto della sua età, che questo gatto è speciale quanto lei”.
Doc si è ambientato bene nella sua nuova famiglia, saltando e giocando con Scarlette e suo fratello maggiore Kayden.
“Doc è avventuroso come Scarlette e ogni giorno continua ad essere un compagno perfetto. Noi volevamo trovare un compagno per Scarlette in modo che potesse crescere con qualcuno simile a lei, in modo da poter vedere che non era l’unica e che diventasse più forte e imparasse a superare le avversità come il gatto”.
Unimamme, vi ricordate la storia del bimbo senza un braccio che è un vero pesciolino?
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