Diventa quindi necessario partecipare al corso preparto, una serie di incontri in cui si preparano i futuri genitori all’arrivo di un nuovo componente della famiglia. Ogni città ha il suo corso, con modalità e tematiche differenti. In comune però hanno l’atteggiamento delle mamme e l’atteggiamento dei papà che, scontato dirlo, differiscono molto tra loro.
Le mamme solitamente sono entusiaste di andare. Finalmente hanno qualcuno con cui parlare di ciò che sta accadendo loro, che le può capire e che vivono la loro stessa esperienza.
I papà, invece, per quanto incuriositi da questi incontri, per quanto possano sembrare contenti di partecipare di fronte alle loro compagne, lo vivono sempre come un’interferenza al normale scorrere della loro vita. Un po’ perché, lavorando anche negli ultimi mesi della gravidanza, siamo costretti a chiedere permessi per partecipare agli incontri fissati e assentarci dal posto di lavoro. Un po’ perché sembra un terreno inesplorato: “Cosa si farà? Chi ci sarà? Sarò l’unico papà?” A quest’ultima domanda posso già rispondervi: non sarete gli unici ma non ci sarà neanche una grandissima affluenza, perciò preparatevi ad essere in netta minoranza. Almeno, per me è stato così.
La mia esperienza con il corso preparto ha vissuto di momenti altalenanti: incontri difficili e pesanti si sono alternati a discussioni piacevoli e formative. Per Marta era importante che io ci fossi e anche io me ne rendevo conto. Dopotutto per noi uomini è sicuramente meno impegnativo che per le future mamme. Pochi incontri prestabiliti in cui vengono affrontati temi che riguardano entrambi. Ed è giusto così. Perché le mamme hanno bisogno di momenti di condivisione privati, con donne che le possono comprendere. Noi uomini invece siamo più sbrigativi, basterebbe un singolo incontro dove ci viene spiegato cosa succederà e cosa dovremo fare, e saremmo a posto così.
Durante gli incontri a cui ho partecipato, sono stati trattati molteplici argomenti. Uno degli incontri più importanti è stato quello sulla fisica del parto: cosa succede fisicamente alla donna prima e durante il parto. Un incontro che mi ha aperto gli occhi. Molte volte un papà si focalizza solo sull’arrivo. Crede inconsciamente che la nascita e il relativo cambiamento sarà repentino e improvviso sia per lui che per la mamma. Indubbiamente non è così e capire la fisica della gravidanza e del parto, aiuta a comprendere meglio il grande lavoro che compie una donna durante la gravidanza.
L’altro incontro è stata la discussione sulla presenza dei papà in sala parto. Le risposte hanno infiammato la sala, divisa tra opinioni differenti. Ognuno aveva una sua risposta, seguita da relative motivazioni. Chi entrava perché lo aveva chiesto la moglie, chi invece lo faceva per piacere personale, chi non voleva esserci per paura di svenire, chi invece non entrava perché “quello non è posto per uomini”. Insomma, in quelle risposte si riusciva a vedere molto sia della persona che della coppia. Naturalmente tutti quanti davano contro, in maniera più o meno esplicita, a quei papà che non sarebbero entrati, ma questa è un’altra storia.
Il giorno più utile è stato un incontro speciale e isolato per i futuri papà. Un momento solo per gli uomini che spesso si chiudono dentro loro stessi e non riescono ad esprimere ciò che portano dentro. I papà cercano di dare un’idea di sicurezza e forza, un orgoglio che acquisiscono inconsciamente e naturalmente. Fanno fatica a raccontare le loro paure, le loro insicurezze, facendo salire lo stress che porta poi a incomprensioni all’interno della coppia durante l’attesa.
In quell’ambiente protetto, invece, con solamente altri uomini che potevano comprenderti, è stato più facile aprirmi e parlare. Parlare anche di cose che non avevo confidato a Marta. Il passato che mi trascinavo dietro e che pesavano sul mio futuro di papà. Sicuramente non ho risolto tutte le mie paure con quell’unico incontro, ma sicuramente è stata una boccata di aria fresca che ha alleggerito il peso che portavo dentro. Uscito da quel singolo incontro, mi sentivo più leggero e sorridente. Sentire che i miei dubbi erano condivisi anche da altri papà, mi ha fatto sentire un po’ meno sciocco e solo. Naturalmente ciò che ho detto e ascoltato è un segreto che non ho svelato neanche a Marta. Ma è stato proprio durante quell’incontro che ho deciso di scrivere questa rubrica.
Perché per quanto un futuro papà si possa aprire, ci saranno sempre delle piccole parti che rimarranno nascoste. Quelle parti che pensa lo facciano apparire fragile e debole. Dopotutto, oltre ad essere il vostro compagno per la vita, sarà anche un esempio di forza per la piccola vita che portate dentro. Non può e non vuole farsi vedere fragile. Perché voi due siete più importanti delle sue insicurezze. Perché vi vediamo così meravigliosamente fragili e importanti. Noi siamo il vostro scudo verso il mondo. Ma siamo solo degli stupidi e orgogliosi maschi che hanno bisogno di voi. Abbiamo bisogno di sentirci liberi di essere imperfetti, perciò provate a incidere la dura scorza che mostriamo e dare un’occhiata dentro. Perché se voi avete bisogno di essere protette dal mondo, noi abbiamo bisogno di protezione da noi stessi.
E per voi unimamme e unipapà come è stato il corso preparto?
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