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Dimissioni a 6 ore dal parto: vantaggi e modalità

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Francesca Nicoletti

Dopo quanto tempo dal parto siete tornate a casa? Sapete che è in atto un’iniziativa che prevede le dimissioni delle neomamme subito dopo il parto, al massimo entro le ventiquattro ore successive. Tante nazioni europee già hanno adottato tale sistema da diverso tempo, anche la principessa Kate Middleton ha usufruito di tale trattamento rientrando a ‘casa’ immediatamente dopo il parto. Vediamo di cosa si tratta e come funziona.

Dimissioni precoci: a casa nelle prime ore successive al parto

Il primo nosocomio italiano a mettere in atto le ‘dimissioni precoci’ è stato l’Ospedale San Giovanni di Dio, anche noto come Torregalli, di Firenze ma, tanti altri, sono gli ospedali che hanno accolto di buon grado questa procedura.

La normalità italiana è, al momento, quella di trattenere in reparto le neomamme almeno due o tre giorni, salvo eventuali complicanze.

In questo ospedale le neomamme vengono dimesse nelle prime ore successive al parto, unico presupposto necessario è che sia mamma che neonato siano in perfetta salute. I sanitari dell’ospedale nel dimettere mamma e bimbo fissano le prime due visite:

  • una prima effettuata a domicilio nelle prime 24 ore successive alle dimissioni da parte dell’ostetrica aziendale
  • e una seconda, invece, nello stesso ospedale da effettuare nelle 48/96 ore dalla nascita.

La dottoressa Paola Del Carlo, che dirige il reparto di ostetricia e ginecologia del Torregalli, riguardo questo progetto sperimentale si è espressa in questi termini: «La proposta è rivolta per il momento a donne che abbiano già avuto almeno un parto (non primipare, insomma) e senza precedenti ostetrico/neonatologici negativi, con una gravidanza giunta al termine fra le 37 e le 42 settimane, e con decorso normale del parto e nelle 2 ore dopo il parto. Insomma gravidanza, travaglio, parto e immediato post-partum devono essersi svolti in modo fisiologico e secondo precisi standard stabiliti da procedure e protocolli clinici a tutela della salute di madre e neonato. Se questo percorso è condiviso, i genitori firmano il “consenso informato”, ostetrica e pediatra forniscono i recapiti telefonici cui possono rivolgersi 24 ore su 24 in caso di dubbi sulla salute della madre o del neonato. Dopo i controlli previsti, si esegue la visita di dimissione neonatologica e ginecologica».

Tale procedura di dimissione presuppone, dunque, come si evince dalle parole della dottoressa Del Carlo, che le stesse famiglie diano il loro consenso, ovvero che le neomamme si sentano pronte a poter rientrare tra le mura domestiche.

Ma qual è l’utilità delle dimissioni precoci? Sicuramente due sono quelle principali:

  • i neonati iniziano immediatamente a vivere il clima familiare e l’ambiente domestico
  • liberare letti nei reparti di maternità sempre super affollati.

Riepilogando, dunque, ecco quali sono le condizioni necessarie per poter usufruire delle dimissioni precoci, procedura che, con molta probabilità, verrà attuata anche in altri ospedali:

  • non essere primipare, ovvero non prime gravidanze,
  • non aver subito precedenti ostetrico/neonatologici negativi,
  • aver portato la gravidanza a termine (tra 37 e 42 settimane),
  • aver avuto un decorso normale del parto e nelle prime 2 ore successive.

Dopotutto, come dicevamo all’inizio, in molti Paesi europei esistono le dimissioni precoci, addirittura, poi, in Olanda una figura professionale sostiene e aiuta le neomamme nei giorni successivi al parto.

E voi unimamme cosa ne pensate delle dimissioni precoci? Ve la sentireste di tornare a casa subito dopo il parto? Condividete con noi le vostre esperienze e le vostre sensazioni.

Francesca Nicoletti

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