Le necessità della vita moderna cominciano sempre più presto nell’esistenza di un essere umano. Oggi gli adolescenti vivono condizioni ad alto impatto emotivo, vengono richieste loro attività performanti e capacità di adattamento in tempi brevi, tanto che a vent’anni si vedono giovani disperati se non hanno già un ruolo ben definito nel proprio percorso lavorativo.
Alla giostra si aggiungono le distrazioni di pc, smartphone e tv. Tutto questo richiede tempo e viene tolto sempre di più alle ore necessarie per il sonno.
Una ricerca americana ha evidenziato come i teenager abbiano grosse difficoltà nell’affrontare lo stress.
Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Alabama a Birmingham e dell’Arizona State University e pubblicato sulla rivista ‘Physiology and Behavior‘, ha evidenziato come i giovani abbiano grossi problemi nell’affrontare condizioni di stress. L’enorme quantità di mezzi a disposizione, dalla tv al pc fino agli smartphone, e alle consolle per i videogiochi, per poi continuare con gli studi, le attività sportive ed extrascolastiche in genere, e le uscite serali con gli amici, comportano l’impiego di molte ore nell’arco della giornata. Ore che alla fine vengono sottratte al sonno.
Il gruppo di ricercatori ha sottoposto 84 ragazzi, età media 13 anni, ad un test: gli esaminati dovevano risolvere e spiegare problemi matematici di fronte a una platea di spettatori (Trier social stress test). Sono stati rilevati i livelli di cortisolo, quindi sono stati confrontati con dei campioni di saliva prima e dopo la prova per misurare le risposte fisiologiche allo stress.
I teenager e i loro genitori hanno in seguito riportato nel dettaglio le abitudini relative al sonno, come l’orario in cui vanno a letto e il risveglio al mattino, eventuale insonnia, sonnolenza diurna, difficoltà a svegliarsi.
I problemi del sonno emersi sono stati sostanzialmente due:
ed entrambi rendono gli adolescenti più reattivi allo stress, con potenziali ripercussioni su rendimento scolastico, comportamento e salute.
La chiave potrebbe risiedere nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, parte del sistema neuroendocrino che controlla che regola molti processi del corpo ed è particolarmente interessata dai cambiamenti della pubertà.
Gli studiosi hanno dichiarato di essere rimasti sorpresi del fatto che la maggiore quantità di ore dormite avesse comportato un aumento del cortisolo, perché studi precedenti avevano legato ciò a durate brevi. Ma hanno giustificato la cosa con il fatto che dormire molte ore non implica una buona qualità del sonno.
Dalla ricerca è anche emerso che il livello di cortisolo osservato risultava più alto tra le donne rispetto agli uomini.
Cari Unigenitori, insomma per la loro salute i nostri figli devono dormire meglio. Glielo direte?
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