Di Noto continua coraggiosamente a denunciare la situazione dell’infanzia violata. “In pochi minuti sono stati segnalati 500 video pedopornografici. Filmati pieni di abusi, con compilation di abusi… tre, quattro anni di continui abusi (dall’età di 3 fino ai 10)…orrori…orrori e nessuno ci crede. Qualcuno, anche con responsabilità, dice che esageriamo” si può leggere sulla sua pagina Facebook.
Il prelato sottolinea che sulla pedofilia continua a regnare un clima di connivenza a cui contribuisce anche la scarsità di notizie e aggiornamenti forniti dai media. Persino l’abuso di neonati nelle nursery degli ospedali non riesce a far notizia.
“Io credo che la stampa, i media – che hanno anche il potere di sviluppare coscienze rette, ma soprattutto anche di mobilitare chi è preposto a fornire maggiore impegno nella lotta alla pedofilia, un crimine contro l’umanità abbiano una grandissima responsabilità riguardo a questo”.
L’uomo si riferisce ai milioni di bambini che ogni subiscono queste violenze. Purtroppo sembra che i suoi numerosi tentativi di affrontare questo argomento finiscano nel vuoto o comunque non riescano ad essere incisivi.
Di Noto riferisce infatti che l’Osservatorio nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia risalente al 1998 non funziona. “Anche il database, necessario a livello italiano per un coordinamento internazionale, non è stato mai realizzato, e sono passati la bellezza di 13 anni”.
Invece di assistere a un serio impegno di istituzioni, mobilitazioni da parte del mondo culturale, ecc… proliferano sempre di più i movimento pro pedofilia che aprono alla possibilità di naturalizzare il rapporto tra adulti e bambini nella sfera sessuale.
Oltre ai movimenti pseudo politici pro pedofilia e ai partiti pro pedofilia ci sono addirittura gruppi che organizzano la giornata pro pedofilia.
Di recente un’ennesima vicenda legata allo sfruttamento dei bambini ha fatto rabbrividire il nostro paese: tre ragazzi di 15, 16 e 17 anni sono finiti in un giro di pedofili che tra le sua fila conta piccoli imprenditori, un sacerdote, un agente di polizia e un allenatore di una squadra giovanile di calcio.
I giovani si incontravano regolarmente con questi clienti che si approfittavano di loro e solo il terribile sospetto di una mamma ha fatto emergere questa drammatica vicenda che altrimenti sarebbe passata sotto silenzio.
Unimamme, voi cosa ne pensate delle considerazioni di Don Di Noto? Conoscete la sua associazione Meter Onlus? Noi vi consigliamo di visitarla, per capire anche voi cosa accade ed eventualmente aiutarli.
Come possiamo proteggere i nostri bambini? Secondo voi ci dovrebbe essere maggior sensibilizzazione e presa di coscienza nei confronti di questo tema?
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