La pratica della fecondazione in vitro sta diventando sempre più comune, ma uno studio condotto dal professor Pascal Gagneux, biologo dell’Università della California, a San Diego, lancia un grido di allarme.
Secondo lo studioso i nati tramite fecondazione in vitro, in età avanzata, andranno incontro a problemi di salute che non sono ancora emersi dal momento che la persona più anziana ad essere venuta alla luce in questo modo ora ha solo 39 anni.
Bambini nati in provetta: quale il loro destino?
Gagneux ha condotto degli studi approfonditi su topi concepiti in provetta:
- le femmine, a un certo punto, sviluppavano una sindrome metabolica, che preannuncia l’insorgere del diabete,
- mentre i maschi soffrivano di problemi polmonari.
Ancora maggiore preoccupazione desta invece un altro studio che ha considerato:
- 100 bambini nati grazie alla fecondazione in vitro e
- bimbi concepiti naturalmente a 3500 metri in Svizzera dove i bassi livelli di ossigeno imitano gli effetti dell’avanzare dell’età.
Per i bambini concepiti grazie alla scienza si sono registrati malfunzionamenti a cuore e arterie.
Il biologo è preoccupato per il futuro di queste persone “penso che possiamo ammettere che tutto ciò riduce la loro aspettativa di vita. Può addirittura introdurre alcuni interessanti costi in termini di sindrome metabolica”.
Questo processo, inoltre, accende alcuni geni e ne spegne altri, ma i suoi effetti possono passare attraverso le generazioni.
“Può introdurre anche costi davvero rilevanti se la sindrome metabolica fosse davvero una delle conseguenze di avviare un embrione con propellente per razzi, qualche minestrone elaborato nei laboratori” sottolinea il biologo.
Non tutta la comunità scientifica però è d’accordo con lui. “Ci sono tutta una serie di studi epidemiologici che dimostrano che i bambini nati in provetta sono sani esattamente come gli altri concepiti in modo naturale” ribatte il professor Allan Pacey, biologo della University of Sheffiel.
Sempre questo luminare sottolinea che sono state osservate delle differenze, ma queste dipendono più dai difetti nello sperma del padre.
“Se ci fossimo lasciati guidare dal principio della precauzione la medicina non avrebbe mai fatto passi avanti” dichiara lo scienziato.
Il dottor Geoffrey Trew, dell’Imperial College London, aggiunge infine che il professor Gagneux ha messo insieme diverse idee molto ipotetiche che hanno solo l’effetto di preoccupare milioni di genitori che hanno usufruito di queste tecnica.
Unimamme e voi cosa ne pensate del “grido di allarme” lanciato da questo scienziato?