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Categoria News

Dall'”Isola delle fiabe” i bambini osservano l’universo (FOTO)

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Michele

Immaginatevi un grande tappeto, cuscini colorati, pareti decorate con un grande libro aperto all’interno del quale si osservano i pianeti dell’universo in rilievo. Ecco questa è l’Isola delle Fiabe di cui vi parliamo oggi. Un luogo che sembra esistere nella fantasia, ma che in realtà è reale, esiste!

Sembra una bella favola quella che ha portato alla nascita della prima “Isola delle fiabe”. Tutto ha inizio nel ’97 quando Giovanna Scatena, da anni dipendente dell’Istituzione Biblioteche di Roma, va a lavorare nella biblioteca Rugantino di Torre Spaccata, un quartiere periferico di Roma. Da poco diventata nonna, pensa che gli spazi, in città, dedicati ai bambini siano praticamente inesistenti.

Con la responsabile Eliane Noelle Drudo, anche lei molto propensa a lavorare per l’infanzia, si armano di una valigia di libri e vanno a leggere storie nelle scuole materne del quartiere. Spinte dalla forte richiesta delle maestre, che vogliono portare le classi in biblioteca, attrezzano la cucina in disuso della Rugantino, utilizzando i materiali che i commercianti di zona donano per avviare il progetto ed iniziano ad accogliere i bambini.

Con il progetto “Attenzione al mondo dei bambini. L’isola delle fiabe” Giovanna Scatena vince la terza edizione del premio Ernesto Nathan 2000/2001 dal titolo “Il tempo liberato“, per i progetti dei dipendenti comunali per semplificare la burocrazia e migliorare i servizi.

Il nucleo del progetto è la promozione della lettura in un contesto e con modalità diverse da quelle scolastiche, anche da quelle fino ad allora sperimentate.

L’iniziativa partita dalla Biblioteca Rugantino da il via all’allestimento di altre 18 isole delle fiabe nelle scuole.

Nel 2002 “L’isola delle fiabe” inizia la sua attività presso la Casa dei Bimbi.

La Casa dei Bimbi, ve ne abbiamo già parlato, è una biblioteca del Comune di Roma specializzata per l’infanzia. Sorge al centro di un piccolo parco di periferia, vicino al capolinea della metro. Entrando ci si astrae facilmente dal quartiere circostante vittima del cemento e dell’incuria.

Al suo interno si trovano sedie e tavoli a misura di bambino circondati da scaffali colmi di libri e materiali multimediali pensati interamente per l’infanzia ed una tenda-sipario che si apre sull’Isola delle fiabe, un vero e proprio spazio di scambio e di crescita.

E’ un luogo che consiglio di frequentare a chi deve ancora nascere.

Giovanna Scatena è per me, e per tutti gli altri genitori e bambini che hanno avuto la fortuna di entrare in contatto con la Casa dei bimbi, la famosa “Signora delle favole”. Favole che non vengono solo raccontate ma anche realizzate, numerose infatti sono le testimonianze dei benefici ottenuti dalla lettura e dall’ascolto musicale fin dalla pancia.

Negli anni la Signora delle favole non ha mai perso l’entusiasmo e la convinzione di quel percorso intrapreso alla Rugantino, è sempre rimasta la nonna dell’intero villaggio, proprio quello del proverbio africano.

E’ ancora viva nella mia mente l’immagine di Giovanna in uno degli incontri dedicati alla presentazione di Nati per leggere in un consultorio di Roma: uno dei canali privilegiati di accesso alla conoscenza della Casa dei Bimbi di Roma è infatti il corso preparto tenuto dalla dottoressa Celeste Vecchione.

La sala è sempre affollata di mamme con pance o neonati al seguito. Alcune sono delle affezionate come me, altre vengono per comprendere di cosa si tratta.

La “Signora delle favole” illustra con perizia i punti fondamentali del progetto che sostiene l’importanza della lettura ad alta voce rivolta al bambino fin dai primi giorni di vita nel grembo materno, a seguire c’è la lettura di uno o più libri.

Tra i testi più amati per la presentazione c’è “Bisognerà” di Thierry Lenain e Olivier Tallec, libro dell’anno 2006 Superpremio Andersen. La Signora delle favole interpreta con una simpatica voce infantile il protagonista del libro, un bambino che da un’isola – ventre materno osserva il mondo pieno di guerre, carestie, inquinamento e afferma: “Basterebbe imparare a sommare, sottrarre e moltiplicare e poi a dividere. Imparare a spartire il denaro, il pane, l’aria e la terra”.

I volti delle mamme sembrano tutti rapiti, qualcuno è anche solcato da lacrime a manifesto del forte impatto emotivo dell’esperienza vissuta. La presentazione riscuote sempre grande successo ma quello che incontra chi prosegue il percorso è davvero incredibile.

Io ho iniziato a frequentare la Casa dei Bimbi quattro anni fa con il mio primo figlio Gioele. Nel corso degli anni la biblioteca è diventata per noi un rifugio in cui trascorrere un tempo di qualità, durante il quale abbiamo compreso che il piacere della lettura non nasce dal nulla, bensì da un gesto d’amore dettato da una convinzione profonda e sostenuto da un impegno costante.

I laboratori di lettura “Trotterellando tra le storie con Sissi e Susy” per bambini dai 12 ai 36 mesi e “L’isola delle fiabe è tutta per noi perché siamo… Nati per leggere” da zero a 12 mesi, sono stati e sono il nostro appuntamento preferito. Sissi e Susy sono Silvia Cattabiani e Susanna Riccardi, oltre che bibliotecarie bravissime interpreti di letture ad alta voce per bambini.

In genere arriviamo un pò prima dell’inizio degli incontri in modo da dedicare del tempo alla scelta dei libri da prendere in prestito, poi ci prepariamo all’ascolto: tutti ci leviamo le scarpe ed entriamo nell’isola delle fiabe, nel magico cerchio della tribù di lettori. Con un simpatico gioco ognuno si presenta, battendo le mani a ritmo e scandendo il proprio nome per poi ripeterlo in coro (ovviamente per i più piccoli ci pensano le mamme). Segue la parte centrale della lettura e ogni volta ci si saluta con le strofe di “Goccia dopo goccia”, dicendoci: “Quello che conta è stare tutti insieme”.

Molti rituali praticati durante gli incontri sono diventati parte della nostra quotidianità contribuendo allo sviluppo psicofisico dei miei figli e rafforzando l’equilibrio del nostro rapporto. Il piccolo momento che ritagliavamo nella giornata per dedicarci alla lettura di un libro nel tempo si è dilatato. Lo scaffale adibito a ospitare i libri è diventato una libreria, costruita appositamente dal papà, i due libri a settimana che sceglievo in biblioteca sono diventati almeno venti, tutti selezionati da mio figlio.

Se con Gioele avevo intrapreso un percorso tutto da sperimentare, con Uriel, la mia seconda figlia,  avevo la forza della convinzione dei risultati già raggiunti: capacità precoci di ascolto e di linguaggio, interesse verso molte tematiche e una grande memoria. Ogni nascita però aggiunge nuovi doni e scoperte.

In grembo Uriel partecipava attivamente ai momenti di lettura, si adagiava sulla schiena del fratello che era seduto sulle mie ginocchia e non si muoveva finché non finivo di leggere.

Quando a pochi giorni dalla nascita ho portato mia figlia in biblioteca è come se avesse aperto gli occhi in un luogo conosciuto da sempre, le voci che per quei nove mesi aveva udito dalla pancia erano per lei familiari e con lo sguardo non smetteva di seguirle.

Attaccata a un pupazzo a forma di cicogna, appositamente appesa sul desk della biblioteca come augurio per la nascita di Uriel, c’era la bibliopass, il primo regalo che la biblioteca fa ai bimbi che la frequentano fin dalla pancia.

Tra i primi libri presi in prestito da Uriel siamo orgogliose di annoverare “Le tue antenate”di Rita Levi Montalcini e Giuseppina Tripodi e “Scarpette rosse”di Bridges Shirin: un inno alla forza e al genio delle donne, quelle passate e quelle che verranno.

Si tratta di tematiche fondamentali a livello civico alla pari di quelle messe in evidenza da “Le sette regole d’oro” di Paola Rolando Tomat, testo consigliato per la lettura in pancia durante gli incontri dedicati alle gestanti.

Quando era ancora nell’utero la lettura per Uriel la mattina iniziava così: Musicalandia è un piccolo paese dove tutto è perfetto ed ordinato ed i bimbi gentili ed educati(…) La grande porta dalla quale si accede al paese, si apre soltanto a coloro che sono in possesso di una chiave magica: la chiave di Sol”.

La chiave per entrare a Musicalandia mi ricorda la “chiavetta dell’attenzione”, una piccola chiavetta dorata che ogni bambino riceve alla fine degli incontri di lettura in biblioteca, ovviamente solo se ha prestato attenzione. La chiavetta è la ricompensa per chi è attento/a e dimostra di voler imparare ad ascoltare, perché solo imparando ad ascoltare si potranno costruire rapporti sani e avere la chiave quando arriverà il momento di incontrare la “porta” della Conoscenza. Tutti i rapporti sono fatti di scambio, non esistono relazioni unilaterali.

Questo si intende trasmettere ai bambini/e ricambiando con la loro chiavetta dell’attenzione. Un dono tangibile che li fa sentire orgogliosi dell’impegno assunto. Inoltre la biblioteca organizza a giugno la festa della chiavetta, durante la quale ogni bimba e bimbo riceve in cambio di tutte le chiavi che ha collezionato l’attestato di “Aspirante Ascoltatore” e di “Futuro Lettore”, mentre ogni mamma riceve il diploma di “Brava seminatrice”. Non è infatti semplice per le mamme, già oberate tra lavoro e famiglia, impegnarsi anche a frequentare una biblioteca sistematicamente ma, il risultato di questo ulteriore “sacrificio” va al di là di ogni aspettativa e ripaga ampiamente l’impegno.

Quando entro a Casa dei Bimbi e vedo sulla parete le foto di me che allatto Gioele seduta vicino alle altre mamme mi pervade un senso di serenità, penso che in questi quattro anni la mia famiglia ha fatto parte di un grande percorso che senza discriminazioni di alcun tipo è stato offerto a tutti coloro che hanno voluto intraprendere la strada per la” conoscenza”.

Ultimamente un giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti ha scritto un articolo sul degrado di Roma e parlando dell’incuria in cui versano alcuni quartieri di Roma, tra cui anche  Cinecittà est, il quartiere dove si trova la biblioteca “Casa dei Bimbi, egli stesso l’ha definita “un limes nel deserto delle istituzioni: un avamposto che attraverso i libri e la lettura insegna ai bambini come si possa costruire un mondo migliore”.

Leggendo queste parole torno con la mente sulla poltrona del consultorio mentre la Signora delle favole sta terminando di leggere “Bisognerà”:”Alla fine il bambino guardò il mondo un’ultima volta dalla sua isola. poi decise… di nascere”. Penso a tutti i bambini che devono ancora decidere di nascere in questo mondo pieno di difficoltà. Bisognerà che ci sia sempre qualcuno a fornire loro gli strumenti necessari per leggere questa realtà. Bisognerà che ci sia sempre una “Casa dei Bimbi” e una “Signora delle favole”.

Quello che auspichiamo è che in tutte le città e paesi e quartieri ci siano delle Case dei Bimbi e delle Signore delle favole.

E se volere e potere, genitori  fatevi sentire, chiediamo servizi per i nostri figli, cultura e relazioni sociali sane.

E voi unimamme avete già esperienze di letture fin dalla pancia? Frequentate le biblioteche con i vostri figli? Leggete loro libri?  Fateci sapere.

Michele

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