Roberta D’Alessandro, che vive e lavora in Olanda ha voluto sfogarsi sulla sua pagina indirizzandosi alla ministra dell’Istruzione che si vantata per il successo degli italiani in un prestigioso bando dell’European Reasearch Council.
Giannini aveva scritto che 30 nostri ricercatori su 302 avevano vinto fino a 2 milioni di borsa di studio, ma come apprenderete leggendo le parole di Roberta le cose non stanno davvero così.
Ecco cosa ha scritto la ricercatrice:
“Ministra, la prego di non vantarsi dei miei risultati.
La mia ERC e quella del collega Francesco Berto sono olandesi, non italiane. L’Italia non ci ha voluto, preferendoci, nei vari concorsi, persone che nella lista degli assegnatari dei fondi ERC non compaiono, né compariranno mai.
E così, io, Francesco e l’altra collega, Arianna Betti (che ha appena ottenuto 2 milioni di euro anche lei, da un altro ente), in 2 mesi abbiamo ottenuto 6 milioni di euro di fondi, che useremo in Olanda. L’Italia ne può evidentemente fare a meno.
Prima del colloquio per le selezioni finali dell’ERC, ero in sala d’aspetto con altri 3 italiani. Nessuno di noi lavorava in Italia. Immagino che qualcuno di loro ce l’abbia fatta, e sia compreso nella sua “lettura personale” della statistica.
Abbia almeno il garbo di non unire, al danno, la beffa, e di non appropriarsi di risultati che italiani non sono. Proprio come noi.
Vada a chiedere alla vincitrice del concorso per linguistica informatica al Politecnico di Milano (con dottorato in estetica, mentre io lavoravo in Microsoft), quante grant ha ottenuto. Vada a chiedere alle due vincitrici del concorso in linguistica inglese, senza dottorato, alla Statale di Milano, quanti fondi hanno ottenuto. Vada a chiedere alla vincitrice del concorso di linguistica inglese, specializzata in tedesco, che vinceva il concorso all’Aquila (mentre io lo vincevo a Cambridge, la settimana dopo) quanti fondi ha ottenuto.
Sono i fondi di queste persone che le permetto di contare, non i miei”.
Unimamme, solo poco tempo fa vi parlavamo della scarsità di risorse dedicate alla scuola e quindi all’educazione, alla crescita dei nostri bambini.
Per non parlare poi del fatto che gli investimenti italiani nel settore ricerca sono davvero esigui e certamente non permettono ai giovani scienziati di costruirsi un futuro nel nostro Paese.
Unimamme e voi cosa ne pensate? Appoggiate lo sfogo di Roberta?
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