Paracetamolo, evitatelo se la febbre è bassa: l’allarme dei pediatri

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L’allarme sul paracetamolo è stato lanciato dai pediatri statunitensi, tramite l’American Academy of Pediatrics, che non esitano a ricordare ai genitori che la febbre è una normale reazione dell’organismo contro le infezioni., e il suo normale decorso sarebbe la terapia più giusta da seguire, così come indicato nei 10 consigli dei pediatri che abbiamo pubblicato tempo fa.

Paracetamolo ai bambini: importante non esagerare secondo gli esperti

L’uso del paracetamolo va drasticamente ridotto, proprio perché invece di eliminare la febbre potrebbe prolungarne la durata. Nei primi 15 mesi di vita inoltre può arrecare danni respiratori e in seguito causare ulcere.

In Italia il paracetamolo è conosciuto come Tachipirina,Efferalgan e altri antipiretici in commercio. I pediatri americani invitano a farne un uso parsimonioso nei casi di stati febbrili dei bambini, in particolare quando è bassa.

Inoltre viene chiesta una limitazione del dosaggio del principio attivo a 325 mg per compressa.

Nel nostro Paese sono in commercio confezioni da 125 a 1000 mg di paracetamolo e il farmaco non è regolamentato con la prescrizione del medico curante.

Sono scese in campo anche le associazioni dei consumatori a chiedere maggiori controlli per debellare la facilità con cui viene utilizzato, dato che i consumatori sono portati a pensare che il farmaco non abbia effetti collaterali nonostante le indicazioni contenute nei foglietti illustrativi, dove vengono elencate possibili reazioni allergiche, danni epatici, renali e del sangue.

La facilità di diffusione dei farmaci da banco induce le persone a credere che siano innocui. E proprio per questo motivo l’Aduc ha invitato il ministro della Salute ad una maggiore attenzione e a valutare con rigore i dati emersi dai rapporti di alcune ricerche e dell’allarme lanciato dai pediatri d’oltreoceano.

Una ricerca neozelandese indica una preoccupante sinergia tra paracetamolo e sviluppo di asma e allergie se usato nei primi 15 mesi di vita. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista di settore Clinical and Experimental Allergy, dove sono stati coinvolti 1500 bambini come campione.

Il paracetamolo è un principio attivo utilizzato tra i più comuni antidolorifici e antipiretici in commercio, presente in circa 120 farmaci. Quindi i ricercatori di Wellington hanno reclutato 1105 donne incinta, tra il 1997 e il 2001, in due centri specialistici della Nuova Zelanda: Wellington e Christchurch. Alle mamme venivano somministrati questionari dove venivano richieste informazioni sul consumo di paracetamolo nei neonati e sulla prevalenza di sintomi di allergia:

  • respiro sibilante,
  • febbre da fieno,
  • rinite ed eczemi,
  • asma ed eruzioni cutanee.

Una volta che i bambini compivano i 6 anni di età, i ricercatori hanno effettuato test cutanei per valutarne la sensibilità ad alcuni allergeni locali, come l’erba di segale o i peli di gatto ad esempio.

Inoltre sono stati prelevati campioni di sangue per testare la presenza di anticorpi IgE, quelli che aumentano in presenza di allergie.

Il risultato ha mostrato come il paracetamolo, somministrato ai piccoli nei primi 15 mesi di vita, aumenti del triplo le probabilità di diventare soggetti allergici e del doppio le possibilità di sviluppare sintomi asmatici a 6  anni.

Insomma care unimamme, pur trattandosi di dati ancora in via di accertamenti e non definitivi, il buon senso ci dice di non esagerare con il paracetamolo. E voi lo usate? In che occasione?

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