Il rapporto tra padre e figlia è da sempre un legame speciale, che si salda nel tempo attraverso esperienze vissute insieme e momenti di condivisione. Istanti di vita passati l’uno accanto dell’altra, in cui il padre accompagna la figlia alla scoperta del mondo. Spesso questa conoscenza passa anche attraverso i sogni, le speranze e le passioni del papà, che cerca di trasmetterli alla sua piccola. Questo è quello che è successo a Calum Neff che ha vinto la mezza maratona della sua cittadina, spingendo il passeggino che trasportava la figlia Holland di 11 mesi, infrangendo il record del mondo.
Neff corre fin dall’età di 4 anni e ha partecipato a numerose competizioni. Nella vita di tutti i giorni si divide tra i suoi doveri di padre e il lavoro come responsabile delle operazioni per una società di servizi petroliferi. Quel giorno però è diverso. Neff partecipa alla Katy Half Marathon che si tiene a Katy, in Texas, spingendo il passeggino di 22 chili con dentro Holland di 20 chili, per un percorso lungo 21 km.
La giornata è partita un po’ in salita: c’era brutto tempo e questo avrebbe complicato le cose. Quando però è giunto il momento della partenza, il tempo si è rasserenato così padre e figlia, infagottati per il tempo rigido, sono partiti. Durante la gara Holland si agitava mentre la folla li applaudiva, lasciandosi sfuggire un sacco mugolii di soddisfazione.
“Per quasi tutta la gara, si agitava e batteva le mani e parlava balbettando”, ha detto Neff. “Sicuramente ha rubato un sacco di cuori durante la gara. C’era così tanto supporto sul campo. Tutti facevano il tifo e un sacco di gente sapeva chi eravamo e che stavamo gareggiando il record”.
Perché Neff e Holland avevano un obiettivo in mente, superare il precedente record del mondo per la più veloce mezza maratona percorsa da un uomo spingendo una carrozzina, stabilito in 1 ora, 13 minuti, 50 secondi nel 2013.
Nonostante questo obiettivo, però, una corsa è pur sempre impegnativa per una bambina di soli 11 mesi. “Ha iniziato ad agitarsi un po’ dopo 18 km ma sapevo che mancavano solo 10 minuti”. Neff decide quindi di strofinare la testa alla sua piccola, come gesto di incoraggiamento e le passa un guantino con cui giocare per quegli ultimi chilometri.
“Ho continuato a spingere e accelerato il passo per lei”, diretti verso la vittoria. Perché alla fine Neff e Holland hanno vinto la gara e si sono aggiudicati la medaglia. Quando è arrivato il momento della premiazione, il papà ha preso la medaglia e l’ha fatta indossare alla piccola Holland, invece di mettersela al collo, perché “Ho voluto che fosse la sua”.
E il record del mondo?
La coppia di corridori ha tagliato il traguardo dopo 1 ora, 11 minuti e 27 secondi, battendo il tempo di Guinness World Records per per più di due minuti. Neff e la sua famiglia hanno documentato tutta la gara, così da poter presentare alla commissione che registra i record, la giusta documentazione per poter ufficializzare il loro obiettivo raggiunto. Nell’attesa della conferma, Neff si gode la vittoria “Siamo al settimo cielo”, ha affermato, “è davvero speciale poterlo condividere con Holland”.
Al traguardo li aspettavano la moglie Julie e la loro figlia di 3 anni, Alessandra, oltre che tanti altri parenti e amici, eccitanti quanto gli atleti. “È stato fantastico“, ha detto Julie,”C’era così tanta energia. Tremavo, ero così eccitata“.
Ma nella vita di tutti i giorni, che tipo di padre è Neff?
Neff lavora a tempo pieno e corre quasi tutti i giorni, compete in corse di lunga distanza come ultra-maratone e fa corsa in montagna. Una via impegnata a cui riesce sempre a ritagliare del tempo per giocare ed uscire con le sue figlie. Cerca di condividere le sue passioni con loro, specialmente la corsa, panificando percorsi che li conducano nel verde.
“È importante portarli fuori all’aria aperta”, ha detto Neff, che vive al di fuori di Houston. “Houston è una giungla di cemento, ma cerchiamo di vedere quanti più spazi verdi e fauna selvatica che possiamo. Soprattutto oggi con la tecnologia che abbiamo a disposizione, è così facile attaccare i bambini di fronte a un tablet. Non importante a quale ritmo va la nostra andatura, è solo far uscire i bambini e fargli godere quei momenti”.
Julie conferma che suo marito è un padre divertente che fa di tutto per giocare con le sue ragazze quando torna a casa dal lavoro. Lei supporta la passione per la corsa del marito, anche se lo porta spesso lontano da casa, affermando che “Non mi interessa se vince o ottiene un record del mondo, è la gara in sé a cui tengo. È importante per me vedere le ragazze osservarlo vivere tutti i suoi sogni”. In fondo, anche Neff lo dice: essere padre lo ispira e lo spinge a migliorarsi, per poter essere un modello da seguire per le sue figlie. Probabilmente ci sta riuscendo, diventare un esempio a cui ispirarsi, anche se “Non importa se le mie ragazze non diventeranno corridori. È solo un qualcosa che voglio condividere con loro”.
La Katy Half Marathon è stata una gara bellissima, che ha portato non solamente un esempio di sport sano, ma anche un modello di padre da seguire. “È stata una giornata davvero epica, da condividere con mia figlia più piccola. Ciò dimostra che davvero tutto è possibile e che essere un padre e lavorare non significa che devi rinunciare ai sogni e agli hobby” conclude Neff.
Perché in fondo è così. Diventare padre e madre non significa rinunciare a essere uomini e donne, dimenticando i sogni, le passioni e i desideri. Semplicemente, dobbiamo iniziare a condividerle con loro. I nostri figli hanno bisogno di noi, ma nella nostra interezza, affinché possano ispirarsi a noi, un domani, per diventare non solo genitori, ma uomini e donne completi. E quindi, che vita sarebbe senza sogni?
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